«Dateci nuovi spazi per la cultura e saremo il motore di questo Paese»
L'Espresso 21/8
Abbiamo
chiesto ai giovani il loro programma per il governo che verrà. Ecco
cosa ci hanno risposto. L’intervento della scrittrice Sabrina Efionayi.
Troppe
bocche si sono riempite delle parole “giovani” e “futuro” senza dar
loro il giusto peso.
Perché parlare di come noi giovani siamo il futuro,
quando siamo già il presente? Troppe certezze negli ultimi anni sono
crollate, siamo una generazione che forse nelle grandi promesse non ci
ha mai creduto e che ha voglia di riempire gli spazi che le spettano.
Soprattutto abbattendo quel muro ipocrita che ci ha sempre tenuto
lontani dalla cultura come se non fosse anche nostra, come se non ci
fosse mai interessata abbastanza.
Basta pensare che le giovani
generazioni non leggano, non vadano a teatro, studino di meno o non siano interessate agli eventi culturali. Molti di noi, me compresa, sull’ideale di cultura ci sta costruendo il proprio presente e il futuro di questo Paese a piccoli passi.
Al
prossimo governo chiediamo concretamente di credere nel mondo della
cultura dei giovani, in tutte le sue manifestazioni e contaminazioni e,
soprattutto, nella sua evoluzione.
Meno
barriere tra noi e il mondo della cultura.
Necessitiamo di un ponte che
ci permetta di accedere a nuovi supporti dove divulgare le diverse
forme di espressione artistica, con maggiore concretezza nell’investire
il nostro futuro nella cultura. È importante poter coinvolgere gli
artisti in iniziative, eventi, mostre e progetti. Non dovremmo mai
essere slegati dal futuro del Paese, soprattutto quando parliamo di un
Paese che deve parte della sua fama alla cultura che lo impregna.
Perché
non permettere anche ai giovani di poter contribuire con le loro idee?
Abbiamo diritto ad un ponte sicuro, che ci permetta di collocare le
nostre arti nel futuro.
Incoraggiare
nuove opportunità culturali. Offrire una molteplicità di occasioni,
credere in maniera reale nelle capacità della mia generazione, che
grazie ai mezzi di diffusione che possiede ha l’ingegnosità di attivarsi
e farsi conoscere a gran voce.
Fidarsi dei nuovi orizzonti della
conoscenza: negli ultimi anni abbiamo avuto modo di farci avanti, ad
esempio, nell’ambito letterario con un nuovo approccio, utilizzando i
media non solo come metodo promozionale ma anche per creare rete,
incentivare i nostri contemporanei alla lettura e, ancor di più, alla
scrittura.
Fare in modo che presentare idee e spunti diventi accessibile
a tutte le nuove menti creative.
Centri
di aggregazione culturale. Puntare su nuovi spazi e ridimensionare
quelli vecchi, anche mediante finanziamenti per incarichi e strutture
proposte e realizzate per i giovani. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci
avvicini al mondo del teatro, abbiamo bisogno di un teatro.
Un teatro
che crei occupazione e conoscenza, che ci aiuti a superare la povertà
educativa che può aggirarsi tra noi. Tutte le carte in regola per farlo
le abbiamo, quello di cui abbiamo necessità sono gli spazi e la voglia
del Paese di credere che la cultura italiana possa avere anche nuovi
nomi e nuove forme.
Non sono
richieste impossibili, ma lecite.
Ci crediamo fino in fondo e siamo
scrittori, artisti, attori, esponenti della nuova e vecchia cultura
italiana pronti a metterci in gioco se ci saranno dati i giusti
strumenti e le giuste opportunità in maniera equa. Vogliamo continuare a
creare cultura, ottenendo il rispetto di chi sa di essere un pezzo
fondamentale per il motore di questo Paese.
Sabrina Efionayi è scrittrice e autrice del libro "Addio, a domani" (Einaudi, 2022)