mercoledì 24 agosto 2022

BISOGNO ESTREMO DI CULTURA PER UN DOMANI DIVERSO

 «Dateci nuovi spazi per la cultura e saremo il motore di questo Paese»

L'Espresso 21/8
Abbiamo chiesto ai giovani il loro programma per il governo che verrà. Ecco cosa ci hanno risposto. L’intervento della scrittrice Sabrina Efionayi.

Troppe bocche si sono riempite delle parole “giovani” e “futuro” senza dar loro il giusto peso. 

Perché parlare di come noi giovani siamo il futuro, quando siamo già il presente? Troppe certezze negli ultimi anni sono crollate, siamo una generazione che forse nelle grandi promesse non ci ha mai creduto e che ha voglia di riempire gli spazi che le spettano. 

 Soprattutto abbattendo quel muro ipocrita che ci ha sempre tenuto lontani dalla cultura come se non fosse anche nostra, come se non ci fosse mai interessata abbastanza.

 Basta pensare che le giovani generazioni non leggano, non vadano a teatro, studino di meno o non siano interessate agli eventi culturali. Molti di noi, me compresa, sull’ideale di cultura ci sta costruendo il proprio presente e il futuro di questo Paese a piccoli passi.
Al prossimo governo chiediamo concretamente di credere nel mondo della cultura dei giovani, in tutte le sue manifestazioni e contaminazioni e, soprattutto, nella sua evoluzione.
Meno barriere tra noi e il mondo della cultura.

 Necessitiamo di un ponte che ci permetta di accedere a nuovi supporti dove divulgare le diverse forme di espressione artistica, con maggiore concretezza nell’investire il nostro futuro nella cultura. È importante poter coinvolgere gli artisti in iniziative, eventi, mostre e progetti. Non dovremmo mai essere slegati dal futuro del Paese, soprattutto quando parliamo di un Paese che deve parte della sua fama alla cultura che lo impregna. 

Perché non permettere anche ai giovani di poter contribuire con le loro idee? Abbiamo diritto ad un ponte sicuro, che ci permetta di collocare le nostre arti nel futuro.
Incoraggiare nuove opportunità culturali. Offrire una molteplicità di occasioni, credere in maniera reale nelle capacità della mia generazione, che grazie ai mezzi di diffusione che possiede ha l’ingegnosità di attivarsi e farsi conoscere a gran voce. 

Fidarsi dei nuovi orizzonti della conoscenza: negli ultimi anni abbiamo avuto modo di farci avanti, ad esempio, nell’ambito letterario con un nuovo approccio, utilizzando i media non solo come metodo promozionale ma anche per creare rete, incentivare i nostri contemporanei alla lettura e, ancor di più, alla scrittura. 

Fare in modo che presentare idee e spunti diventi accessibile a tutte le nuove menti creative.
Centri di aggregazione culturale. Puntare su nuovi spazi e ridimensionare quelli vecchi, anche mediante finanziamenti per incarichi e strutture proposte e realizzate per i giovani. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci avvicini al mondo del teatro, abbiamo bisogno di un teatro. 

Un teatro che crei occupazione e conoscenza, che ci aiuti a superare la povertà educativa che può aggirarsi tra noi. Tutte le carte in regola per farlo le abbiamo, quello di cui abbiamo necessità sono gli spazi e la voglia del Paese di credere che la cultura italiana possa avere anche nuovi nomi e nuove forme.
Non sono richieste impossibili, ma lecite. 

Ci crediamo fino in fondo e siamo scrittori, artisti, attori, esponenti della nuova e vecchia cultura italiana pronti a metterci in gioco se ci saranno dati i giusti strumenti e le giuste opportunità in maniera equa. Vogliamo continuare a creare cultura, ottenendo il rispetto di chi sa di essere un pezzo fondamentale per il motore di questo Paese.

Sabrina Efionayi è scrittrice e autrice del libro "Addio, a domani" (Einaudi, 2022)