mercoledì 10 agosto 2022

INTERVISTA A FRANCO BARBERO

 


Il pinerolese don Franco Barbero

Da 44 anni celebro matrimoni tra omosessuali. La Chiesa non vuole ma io sto dalla parte degli ultimi”

di Cristina Palazzo

Pinerolo — Era il 1978 e don Franco Barbero già da oltre 10 anni benediva coppie omosessuali quando si disse «da oggi in poi li sposerò». Da allora il prete di Pinerolo, che nel 2003 è stato dimesso dallo stato clericale, conta « circa 680- 690 matrimoni omosessuali, più della metà tra donne, ma ne sto preparando altri. Presto anche uno tra due preti.

Non bisogna giudicare». Don Barbero, 83 anni, presbitero della comunità cristiana di base di Pinerolo, dove è cresciuto (per poi studiare a Milano e a Nimega), che sin da giovane si occupa di teologia e ricerca biblica, con 32 libri pubblicati, lo racconta seduto alla scrivania con alle spalle un crocifisso e diverse lettere di ringraziamento.

Nel ‘71 ha fondato la prima comunità di base, la prima sede era in corso Torino, « un po’ clandestina ma andava bene » . Da allora continua a sposare coppie Lgbt. Molti nomi non li annota: «Serve discrezione».

Ricorda la prima benedizione di una coppia gay?

«Il 7 dicembre 1963 si avvicinò un ragazzo in chiesa, iniziò a parlarmi di un suo amico. Gli dissi di venirmi a trovare in seminario e capii che parlava di amore. Nel ‘66 li ho benedetti. Nel ‘78 li sposai».

Oggi a che punto sono la Chiesa e la Società?

«Nella società si sono formati diversi gruppi e movimenti. Torino è sempre stata una città sensibile al tema. E ci sono state prese di posizione della scienza. La Chiesa, invece, è fondamentalista: nonostante le bonarie dichiarazioni di Papa Francesco non ha preso posizione.

Questo ha fatto allontanare milioni di persone, mi rincresce che si allontanino anche da Dio».

Dalla sua prima ribellione sono trascorsi quasi 60 anni. Come la vive oggi?

«Con umiltà e grande gioia. Non ho avuto la vita che pensavo ma ho compiuto scelte che al termine dei miei giorni ritengo dono di Dio. Ho intrecciato studio e spiritualità con la vita sul gratuito, con i poveri, con coloro che nella chiesa sono perseguitati, abbandonati, derisi o messi tra i peccatori».

Chi fa parte della sua comunità?

«Transessuali, omosessuali, preti scomunicati con amori nascosti, donne calpestate perché hanno abortito. Tossicodipendenti. È la popolazione più bella del mondo da cui ho imparato ad ascoltare. Mi contattano tramite il mio blog, ricevo lettere, faccio numerosi colloqui. Ho la gioia di accompagnare cinque o sei comunità tra Pinerolo, Piossasco, Torino. Sono fedele al mondo degli ultimi».

Che vita invece immaginava?

«Di obbedienza, disciplina e castità.

Obbedienza ai dogmi ma studiando ho capito quando questi si sono formati. Ho iniziato in parrocchia a Pinerolo, il mio primo processo fu per antimilitarismo. E sono iniziati infiniti richiami. Venti anni fa la lettera della Santa Sede con l’ultimatum. Mi chiesero di rinnegare, la mia coscienza non me lo permetteva. Ma la dispensa vaticana non mi ha allontanato dalla gente».

Ha avuto momenti di sconforto?

«Il difficile è stato sentirsi isolati dalla chiesa e dalle persone a cui avevo voluto bene. Non si è né eroi né forti, mi sono sempre ritenuto umanamente fragile. Mi chiedevo solo “come fa la mia chiesa a non capire che lo faccio proprio per il Vangelo?”. Ma non avere lo stipendio dei preti mi ha reso libero. Da 31 anni sono sposato, mia moglie è un dono di Dio. E ho avuto sempre vicino persone che mi sostenevano, anche economicamente».

Ha dovuto affrontare delle ripercussioni per la sua attività?

«Lettere anonime, di disprezzo. Mi hanno minacciato, una sera mi hanno gettato in una fontana. Non è piacevole ma non ci faccio più caso».

In tutti questi anni, dell’amore cosa ha capito?

«Sono uscito dalla prigione del modello unico che i miei studi mi avevano creato mentre l’amore non smette di essere un giardino che fiorisce con mille fiori. Non ci sono categorie ma persone in evoluzione, di esperienza d’amore e sessualità diversa. Per me è stata una grande scoperta».

Da La Repubblica 10 agosto