Ilaria Cucchi: «Sì, strumentalizzo mio fratello. Per una battaglia di civiltà»
ELEONORA MARTINI
Era Ilaria Cucchi, il nome sul quale il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni stava trattando. La donna alla quale aveva fatto riferimento senza nominarla non era, come qualcuno aveva supposto, sua moglie Elisabetta Piccolotti. La quale invece ieri ha dato la notizia del «famoso collegio uninominale» attribuito alla sorella di Stefano Cucchi, morto di botte mentre era nelle mani dello Stato.
E così Ilaria Cucchi si candida di nuovo.
Sì, come la prima volta nel 2013 con Rivoluzione civile, la lista di Antonio Ingroia, lo faccio per portare avanti le battaglie in cui credo e per le quali io e Fabio Anselmo ci siamo battuti in questi anni, dentro e fuori le aule di giustizia. Non sono una politica ma faccio politica ormai da mezza vita. La politica vera: quella con la gente, in mezzo alla gente e per la gente.
L'altra volta non è andata bene, pensa che andrà meglio questa volta?
Non siamo passati per pochissimo. Io ho fatto una gran campagna elettorale, tra l'altro come adesso brevissima. Ho girato tutta l'Italia e ho avuto modo di parlare dei n miei temi, e questo è ciò che mi interessa. La candidatura è stata una decisione maturata in queste ultime ore, dopo aver ricevuto la proposta da Nicola Fratoianni. La mia vita è altra cosa: la mia vita è stata il processo per 16 anni, sono i miei genitori che si sono ammalati per i tanti anni di sofferenza, la mia vita è anche quest'ultimo anno, tra i più belli che ho vissuto perché ho deciso di rimettermi in gioco per un valore, per un'idea, quella di lasciare la mia attività di amministratrice di condomini e di continuare il lavoro di mio padre che si è gravemente ammalato. E così ho bruciato le tappe, cinque anni in uno, impegnandomi come una matta, e ho conseguito il diploma di geometra con un bel 97.A 50 anni, voglio portare avanti quello che era il sogno di mio fratello.
E ora la candidatura. Con quale valore aggiunto?
Questa occasione di cui ringrazio Sinistra italiana mi dà l'opportunità di trasformare tanta sofferenza e tanti sacrifici in un'energia positiva, qualcosa che possa essere messa anche a disposizione degli altri. Voglio impegnarmi sui diritti, nel campo della giustizia e nella sanità. I diritti, per tutti e uguali per tutti. Perché ho sperimentato sulla mia pelle che non va così: l'ho capito in tanti anni nelle aule di tribunale e adesso con i miei genitori negli ospedali, dove mi è chiaro di nuovo quanto è difficile per un cittadino normale, quale Ilaria Cucchi è, far rispettare i propri diritti.
Come sempre, ci sarà qualcuno che la attaccherà per questa sua scelta. È pronta?
Lo so, lo metto in conto e non mi spaventa. Ho le spalle larghe. Ci sarà qualcuno che dirà che strumentalizzo mio fratello e io risponderò che sì, strumentalizzo mio fratello, l'ho sempre fatto e voglio continuare a farlo. Perché strumentalizzare quello che è successo a mio fratello significa mettere la nostra esperienza a disposizione di tanti altri, per tentare di fare in modo che nessun'altra famiglia sia costretta come noi a farsi carico di un ruolo che dovrebbe competere allo Stato. La mia è una battaglia di civiltà.
Al centro della sua attività politica quindi metterà i diritti delle persone private della libertà?
I diritti in generale. Anche se la cosa più difficile è farli riconoscere nelle aule di giustizia. Su questo però confido nel supporto di Fabio. Andiamo in tandem: ho sempre detto che da sola non avrei fatto nulla. Però ce la metterò tutta e non mi risparmierò.
Il Manifesto 11 agosto