Presso la fontana
Presso la fontana
dove vado ogni giorno,
per caso ti ho incontrato
e tu mi hai rivolto la parola. Chi sei?
Quello che cercavo, nelle pieghe dell'anima,
quando mi svendevo
per sentire l'anima sfarsi
negli amplessi muti
perché la sua sete tacesse
solo per un momento
prima di scoprire il nuovo inganno
la propria cupa domanda, l'altrui silenzio?
A piedi nudi e mani feroci
io vado verso la fonte.
Tu sei straniero. Da dove vieni? Partirei di certo.E mi chiedi di bere?
Sia pure, però è strano, è fuori di luogo
che tu lo chieda a me, donna e perfetta
straniera.Lo sai che rido di questo?
Rido e ti guardo procace, è tuo l'errore stavolta. Eppure… Eppure forse
può essere vero, tu puoi darmi l'acqua che disseta,
che non mi lascia arsa e bruciante
sulla soglia del tempo.
Signore, chiunque tu sia,
dammi di quell'acqua
perché io non debba più tornare qui,
con l'incoscienza dei passi che cercano, cercano, cercano
sulla sabbia nuda l'incontro che l'anima appaga.
Signore, dammi di quell'acqua
perché io non debba cercare più
nel deserto degli occhi
la fonte viva, illusoria fonte
che poi mi abbandona, assetata da morire,
sulla soglia dei doveri e dei peccati.
Signore, ho cercato invano
il Dio della chiarezza
si che mi desse una non liquida risposta
senza condanna dentro gli atroci occhi
non so se nel chiuso del tempio
o sul vasto pianoro di un monte
e mai ho inteso risposta.
Donna, ho sete. Dammi da bere.
Come te son pellegrino che cerca,
arida polvere copre i miei piedi,
la mia gola brucia come la mia mente
di audaci domande a un Dio che non è
in un luogo o in altro, ma che solo se cela
nei velari assetati. Dammi da bere.
Sazierò la tua sete sulla riva dei giorni
solo con la mia compassione
di fratello proibito.
Questa "poesia evangelica" è tratta dallo splendido "Evangelium foeminae"
di Rita Clemente che vive a Chieri e fa parte della Comunità cristiana
di base e coordinatrice del Comitato pace e cooperazione.