Caro Don Franco,
non leggo da nessuna parte, tranne che sul tuo blog, le notizie sul suicidio dei preti. Invece, a mio avviso, si tratterebbe proprio di parlarne.
La loro scelta non può non suscitare parecchie domande inquietanti, anche perché alcuni di loro sono ancora giovani e sono reduci da esperienze di frontiera o almeno da convinti tentativi di rinnovamento ecclesiale in cui hanno incontrato ostilità alla base e dal vescovo locale.
Forse tra le cause di cui la gerarchia non ama parlare, non ha un notevole peso la solitudine affettiva in cui il prete spesso si viene a trovare? In più, spesso il prete non è esposto al dolore di chi si percepisce come un "venditore di merce scaduta"? Vorrei un suo parere a riguardo.
E lei, sconfessato ed emarginato, come ha fatto a sopravvivere e continuare con passione?