Lara Cardella
L'Espresso 21/8
Tempo
di scuola, tempo di posizioni ideologiche e no, mentre ci sarà la
bagarre elettorale che cercherà di accontentare tutti, scontentando
tutti. Perché è sulla scuola che si giocano le partite principali: ogni
nuovo governo vuole lasciare il segno, riuscendoci purtroppo: mascherine
con libertà, maturità vecchia, nuova o anzianotta, alternanza
scuola-lavoro sì, no oppure un poco?
Mi
fermo a questi soli tre problemi, quelli che saranno i principali su
cui decidere e su cui le posizioni saranno più agguerrite, almeno per
ciò che riguarda i ragazzi.
Che non capiscono perché comunque hanno
potuto essere liberi di girare come volevano, ma a scuola guai se si
spostavano di un millimetro; che si sarebbero stufati di aspettare fino
all'ultimo per sapere quale fantasiosa soluzione sarà prevista per
valutare la maturità; che non hanno ancora ben capito se stanno
frequentando un istituto di formazione culturale e umana oppure un
ideale periodo di gratuito apprendistato per un lavoro che quasi
certamente non coinciderà con i loro sogni, le loro capacità, ciò che
amano.
E il peggio è che i loro docenti
sono perfino più sbalestrati di loro, ma devono fingere di credere che
tutto quello che san MIUR (ammesso che si chiami ancora così) deciderà
sarà il meglio per loro, per rassicurarli e rasserenare le famiglie.
Perché tutti possono avere le loro posizioni, ma il docente e l'arbitro
che non decide alcunché e non deve esprimere le proprie idee apertamente
per non destabilizzare.
Come se davvero avesse voce in capitolo su
quello che avverrà, quando, invece, potrà esprimersi solo a bassa voce
in qualche inutile sciopero.
Difendendo la Pubblica Istruzione qualsiasi
sia il governo, qualsiasi saranno le scelte prese. Di posizione,
appunto.
Ma che sia fluida, fa così moderno.Istituzionale
necessariamente, ma fluida, e, se possibile, sorridente.