martedì 18 ottobre 2022

 

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le feste

 


La consegna del Vangelo

 

Ci è difficile spiegare correttamente il significato di una festa che, per la nostra comunità, costituisce un momento forte. Per i bimbi si tratta di una giornata in cui, tra preghiera, canti e convivialità, fanno esperienza della comunità che li accompagna e di cui sono parte nel cammino di Gesù.

Per una comunità come la nostra, nella quale in larga misura i bimbi non fanno la prima comunione ufficiale, è stato un nostro preciso impegno creare momenti di celebrazione e di festa che da parecchi anni costellano il nostro itinerario. Si tratta di una dimensione festiva e simbolica che sentiamo come parte integrante del nostro cammino di fede. Come si può vivere senza fare festa? Come si può credere nel Dio di Gesù senza celebrare, cantare, esprimere simbolicamente l'esperienza che facciamo?

Come adulti ogni anno celebriamo «La festa del perdono» (comunità di base di Pinerolo) e la nascita dei bambini ci offre spesso (comunità di base di Piossasco) l'occasione di celebrare «La festa della vita» per ringraziare Dio del dono della vita. Sono celebrazioni semplici che le singole comunità preparano con gioia ed impegno perché fede e festa vanno d’accordo. Lasciateci dire che a noi piace celebrare la fede; ci piace fare festa. Ci sembra che la festa rilanci in noi la voglia di vivere, di lottare, di darci la mano, di pregare. La nostra vita quotidiana spesso ha bisogno di riscaldarsi il cuore e di premunirsi contro il «freddo» quotidiano...

 

20 maggio 1984

 

Quattro bambini, ormai grandicelli, sono desiderosi di ricevere dalla comunità un segno di accoglienza ufficiale, di essere riconosciuti come persone che sono in cammino con noi, che stanno maturando, crescendo, scoprendo la proposta di Gesù.

I genitori che hanno giudicato opportuno presentare ai figli questo «passo», hanno verificato con loro il senso che tale celebrazione poteva avere per i bambini.

È stato il dialogo familiare che ha messo in evidenza la gioia di questa festa, la sua importanza nella vita della comunità e dei singoli ragazzi.

Nella commissione catechesi siamo andati alla ricerca del segno o dei segni che potessero esprimere meglio il senso evangelico della celebrazione: un segno che «parlasse» ai bambini, al singolo bambino e a tutta la comunità. Si è discusso molto, con pareri assai diversi. Tutti eravamo d'accordo sul «segno» centrale: consegnare ad ognuno dei bambini il Vangelo in edizione grande (anzi il Nuovo Testamento). Questa consegna del Vangelo aveva per noi un preciso messaggio: ecco la pietra su cui costruire la casa, ecco la parola di Gesù che costituisce il tesoro più prezioso e ci indica la volontà di Dio.

Questo «libro» sarebbe poi servito (e così è avvenuto) per il lavoro di gruppo degli anni seguenti. La commissione ha chiesto al presbitero della comunità di consegnare, durante l’eucarestia, questo Vangelo ad ogni bambino con un augurio molto personalizzato.

Un altro «segno» (preparato dai genitori) è stato lanciato e lasciato ai bambini: ad ognuno è stato donato un cartellone raffigurante il quartiere o la città con le fabbriche, le scuole, le case, le strade, il traffico... e la comunità, per indicare che la Parola di Gesù va vissuta ovunque, nella vita di ogni giorno, fuori... Un genitore ha esplicitato questo messaggio. La celebrazione eucaristica si è conclusa con la consegna di un bel fiore a ciascuno dei bambini. Il fiore è festa, profumo... che si diffonde. Il fiore fiorisce sotto i raggi del sole e poi non tiene per sé i suoi colori e il suo profumo.

Il brano dell'evangelo era stato scelto insieme in commissione.

Al termine dell'eucarestia i presenti hanno posto la loro firma sulla prima pagina del Vangelo e poi... pranzo e giochi...

In questo cammino, che abbiamo illustrato e discusso in gruppo con tutti i bambini e che abbiamo «creato» come comunità, ci siamo prefissi di accompagnare i nostri bambini con la riflessione evangelica, ma anche dando libero corso alla voglia di far festa e al loro desiderio di calore e di appartenenza alla comunità. Sono anche momenti di espressione simbolica molto carichi di emozione che, ci è sembrato, i bambini hanno intensamente desiderato e vissuto con forte partecipazione. E noi con loro.

Come il lettore può constatare si tratta di una celebrazione che non ha certo nulla di straordinario e che ogni comunità può benissimo «creare», qualora la ritenga utile nel suo cammino di fede.

Ecco qui di seguito l'ossatura della celebrazione.

 

Saluto del presbitero ai bambini e alla comunità.

Spiegazione, da parte di un genitore, del significato di questa festa e del modo con cui viene organizzata questa celebrazione.

Presentazione dei quattro bambini e un saluto affettuoso mentre essi prendono posto attorno al tavolo dell'eucarestia vicino al presbitero.

Canto: «Il canto di David» che viene presentato con poche parole per facilitare tutti a cogliere il centro, il cuore di questa professione gioiosa di fede.

(Tutte le strofe vanno ripetute due volte):

Se lo Spirito di Dio / si muove in me / io canto come David.

Io canto, io canto, io canto come David.

Se lo Spirito di Dio / si muove in me / io prego come David.

Io prego, io prego, io prego come David.

Se lo Spirito di Dio / si muove in me / io lotto come David.

Io lotto, io lotto, io lotto come David.

Se lo Spirito di Dio / si muove in me / io danzo come David.

Io danzo, io danzo, io danzo come David.

Se lo Spirito di Dio / si muove in me / io lodo come David. Io lodo, io lodo, io lodo come David.

 

Preghiera comune:

O Dio,

tu ci fai giungere il tuo amore.

Gesù ci ha detto quanto tu ami

gli uomini e le donne.

 

Noi vogliamo imparare da te e da Gesù.

Fa' che stamattina il nostro cuore

ascolti e capisca quello che tu

vuoi dirci.

 

Ti preghiamo specialmente per

Caterina, Paolo, Francesca e Simone

che oggi con tanta gioia

ricevono il dono prezioso del Vangelo.

 

Lettura del Vangelo: il presbitero invita tutti ad ascoltare con cuore in festa ciò che Gesù ci insegna.

Uno dei bambini legge dal Vangelo secondo Matteo 13, 44-46. Si tratta della scoperta del tesoro e della perla preziosa.

Il presbitero della comunità, in pochi minuti, sottolinea la gioia di chi trova il tesoro. Noi sappiamo essere così contenti per i doni che Dio ci fa? Il Vangelo è una proposta di vita, piena di amore e di vera felicità. Certo che qualche volta ci chiede anche cose difficili, ma quanta gioia riceve da Dio colui che si lascia fare dono di questa proposta!

Partendo da queste considerazioni il presbitero spiega il significato della consegna del Vangelo che sta per essere compiuta. Poi incomincia il dialogo con interventi di bambini e di adulti.

Canto: «il seme». Viene spiegato il significato del canto in rapporto alla celebrazione. Consegnando il Vangelo la comunità pianta un seme. Dipende anche da ciascuno di noi se il seme porterà frutto o se morirà. Dipende anche dall'aiuto che ci daremo vicendevolmente.

 

Il Signore ha messo un seme

nella terra del mio giardino.

Il Signore ha messo un seme

nel profondo del mio mattino.

 

Io appena me ne sono accorto

sono sceso dal mio balcone

e volevo guardarci dentro

e volevo vedere il seme.

 

Ma il Signore ha messo un seme

nella terra del mio giardino;

il Signore ha messo un seme

all'inizio del mio cammino.

 

Io vorrei che fiorisse il seme,

io vorrei che nascesse il fiore,

ma il tempo del germoglio

lo sa solo il mio Signore!

 

Consegna del Vangelo: il presbitero brevemente ricorda e rende più chiaro il senso dell'azione che viene ora compiuta e formula una preghiera:

 

O Dio, nostro Padre e nostra Madre,

fa' che Francesca. Paolo, Caterina e Simone

accolgano con tutto il loro cuore

il Vangelo che prendono con le loro mani.

 

Preso il Vangelo (una copia per ogni bambino) il presbitero si rivolge loro.

 

A Caterina:

Caterina,

quale gioia per Dio,

per te e per tutti noi

se il tuo cuore accoglierà

queste parole di vita

che Dio stesso ti fa giungere

attraverso Gesù!

Cerca in questo libro

la parola che ti insegna a vivere

e mettici tutto il tuo cuore!

Con un abbraccio avviene la consegna del Vangelo.

 

A Paolo:

Paolo,

hai desiderato ricevere

il Vangelo di Gesù.

La comunità te lo consegna

con grande gioia e speranza.

È come un piccolo seme.

Toccherà anche a te farlo crescere.

Sappi che la comunità

ha bisogno anche di te

per essere fedele e vivere

ciò che Gesù ci ha insegnato.

 

A Francesca:

Francesca,

ricevi questo Vangelo.

Non è un libro come gli altri.

Dio ti vuole bene e desidera,

attraverso le parole di Gesù,

guidarti a scoprire tante cose belle:

la preghiera, l'amore per i poveri.

per quelli che soffrono.

Noi preghiamo il Signore

perché tu metta nel tuo cuore

questo grande tesoro!

 

A Simone:

Simone.

ecco, ti consegno il Vangelo.

Possa la Parola di Gesù

entrare nel tuo cuore.

Dall'esempio di Gesù imparerai

ad amare Dio, il Padre,

e a farti fratello

dei più poveri di questa terra.

Vivi come Gesù ti insegna

e sarai davvero felice!

 

Memoria della Cena di Gesù guidata dal presbitero.

Padre nostro.

Comunione.

Preghiere spontanee.

Canto: «Se non ritornerete come bambini».

Consegna del fiore: un membro della comunità, dopo aver spiegato il gesto, prima di porgere ai quattro bambini ‘festeggiati’ un fiore cadauno prega così:

O Dio,

possano Francesca, Paolo, Caterina e Simone

essere come dei fiori

che mettono a disposizione di tutti

i loro bei colori e il loro profumo!

Portino il profumo del Vangelo

nella loro vita di ogni giorno.

 

Canto: «Vorrei cantare a te, o Signore». Dio ci accompagna con il suo aiuto. Possiamo fidarci di lui.

Ritornello

Non canterò mai abbastanza forte

per dirti: «Grazie, grazie, o Signore!».

Son tante le cose che tu ci doni

Che non sappiamo nemmeno contarle.

 

1)   Aver un cuore che sente l'amore,

poter vedere questo creato,

stringer le mani di tanti amici

e poi dividere gioie e dolori.

 

2)   Se poi la strada diventa più dura

e fai fatica ad arrancare;

se senti stanchezza nel camminare,

prendi la mano di qualche fratello.

 

3)   Avrò speranza ancora domani.

Ti cercheremo lungo il cammino;

avrai il volto dei poveri cristi:

stranieri, diversi, emarginati.

 

4)   Canto, Signore, con grande speranza;

dammi Tu voce per tutte le cose.

Cambiaci ancora il duro cuore,

apri quegli occhi che sono ciechi.

 


(continua)