"A questo punto il brano profetico subisce una decisa svolta. E' inutile rotolarsi nei gemiti e nei guai, sembra dire il profeta a se stesso e al popolo. Che fare, dunque? Ecco la decisione che Abacuc matura davanti a Dio: "Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà il Signore, che cosa risponderà ai miei lamenti".
Questo stare vigili e forti come sentinella è forse il primo dono che il Signore fa a chi "per la fede vivrà" (2,4). La fede, quella appunto che fa vivere, ci tiene attenti e aperti alla speranza.
Il credente lo sa: dentro questa situazione così dura, dentro un contesto che sembra mortificare ogni giorno chi cerca vie d'uscita, c'è una parola del Signore.
Egli ha qualche cosa da dirci e si tratta di un messaggio fondamentale. Occorre davvero "spiare", montare la guardia, mettersi di sentinella per cogliere i segni e la Parola che Egli ci manda".
Tratto da "Più grande del nostro cuore" Franco Barbero, ED. Tempi di fraternità, pag. 59.