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La festa della pace
Nella nostra ricerca comunitaria dedichiamo una certa attenzione a riscoprire, con i nostri bambini, le realtà di oppressione e di emarginazione che ci circondano da ogni parte, lontano e vicino. Due o tre volte l'anno desideriamo compiere una ricerca di gruppo con i bambini su una particolare situazione dalla quale ci viene un appello di Dio per un impegno di conversione e di solidarietà. In genere la ricerca non finisce nella esposizione dei dati, ma ci coinvolge in qualche gesto e impegno di solidarietà.
Siccome siamo impegnati per un piccolo progetto di solidarietà con un villaggio ‘negro’ dello Zaire e la comunità sta riflettendo sulla teologia nera della liberazione, in questa festa annuale della pace (che celebriamo ogni fine estate da cinque anni), abbiamo scelto per il 1985 di riflettere sulla situazione del Sudafrica.
La festa era inserita in una «due giorni» intercomunitaria, svoltasi a «Ca' Nostra», nella casa della diocesi di Pinerolo.
Prima delle ferie avevamo già discusso il progetto e chiarito la struttura della festa mentre avevamo deciso di invitare i bambini a documentarsi sul Sudafrica nel periodo delle vacanze. Abbiamo dovuto constatare che... le ricerche estive sono risultate piuttosto scarse, purtroppo!
Tutto il pomeriggio i bambini si sono divisi in gruppi per preparare la festa della sera. Chi venne con noi a raccogliere rami secchi nei boschi circostanti per il falò della sera, chi preparava i disegni e chi... vagava da una attività all’altra.
Ecco l'idea di fondo che volevamo rappresentare ed esprimere visivamente: nel Sudafrica esiste come un muro che separa i bianchi dai neri. È il muro della separazione, della segregazione, del razzismo. Questo muro è mantenuto in piedi dalle leggi ingiuste del governo dei bianchi che sono i più forti, ricchi e armati. Questo muro impedisce ai neri di essere davvero rispettati come uomini e impedisce ai bianchi di farsi fratelli.
Che cosa ci dice Gesù in una situazione come questa? Ci è sembrato utile riprendere il testo di Efesini 2,11-18. Gesù è qui presentato come colui che elimina la separazione tra ebrei e pagani perché «ha demolito quel muro che li separava e li rendeva nemici... Così ha creato un popolo nuovo e ha portato la pace tra loro; li ha uniti in un solo corpo e li ha messi in pace con Dio... ed ha distrutto ciò che li separava» (Ef. 2,14-16).
Ebbene, abbiamo preso questo testo e, sperando di non aver manomesso la Parola di Dio ma di averla fatta risuonare dentro i nostri problemi di oggi, al posto di ebrei e pagani abbiamo letto ‘bianchi e neri’. Il testo ci è parso di un vigore eccezionale, di una forza incredibile, capace di rappresentarci quasi visivamente l’azione di Dio che costruisce la pace e ci sollecita a diventare costruttori di pace. Dopo aver spiegato dettagliatamente questo testo ai bambini nei giorni precedenti la festa, ci siamo messi a costruire il muro... di carta con tanto di mattoni ben disegnati. In poche ore si sono ‘costruite’ le due facce del muro e ci volle poco a piazzarle sui pali ormai pronti.
Mentre altri adulti e bambini costruivano il ‘falò gigante’, un terzo gruppetto preparava le ‘catene’, ovviamente di carta, da mettere ai polsi dei bambini che avrebbero dovuto rappresentare i negri del Sudafrica. Su un cartellone nitido ed ampio un altro gruppetto disegnava il grande arcobaleno della pace.
Per fortuna che sopraggiunse la cena per arrestare un po' il cantiere che registrò anche qualche bisticcio e qualche ‘complicazione’! Restava soltanto un lavoro da compiere; bruciacchiare qualche tappo di sughero per tingere i volti della ‘squadra’ dei neri. Fu presto fatto... e mezze le facce diventarono color carbone.
La festa ebbe uno svolgimento assai semplice. Da una parte del muro si erano disposti i neri e dall'altra i bianchi. Evidentemente si trattava di bianchi di buona volontà perché anch'essi collaborarono alla distruzione del muro. I neri si muovevano e si contorcevano nelle loro catene e urlavano in coro: «Basta! Basta! Basta!». Una voce forte scandì lentamente poche parole del testo biblico: «Io sono venuto - dice Gesù - per demolire ogni muro di divisione e per fare amici i nemici... Per abbattere ogni muro... per demolire ogni muro...».
Una voce fuori campo pronunciò un forte «Basta!» e, rotte le catene, i pugni spezzarono il muro e bianchi e neri si abbracciarono festosamente. Di corsa, con un frammento di muro in fiamme, l'incendio fu portato al «falò della pace». Mentre le fiamme si alzavano e illuminavano la notte due bambini bianchi portarono di corsa il grande arcobaleno della pace.
Un grande applauso coronò la caduta del muro e lo scoppio della pace. E cominciò il girotondo. Le faville sembravano portare attorno i colori e la gioia della pace.
Lo stesso passo biblico fu ripreso nella celebrazione eucaristica del mattino e, tra bambini ed adulti, ci interrogammo sul nostro «fare pace» in mezzo a tanti segni di guerra e di violenza.
Finito di stampare
nel mese di gennaio 1986
presso Comunecazione S.n.c. - Bra (CN)
Fine