Piovono ingerenze
DI MICHELE SERRA
La Repubblica 9/10
La parola “ingerenza” è molto di moda, usatissima per dire in modo appena più forbito “impicciatevi degli affari vostri”. Ma quasi ogni giudizio sul comportamento altrui è, nei fatti, un’ingerenza, a meno di stabilire che la repressione in Iran sia una faccenda iraniana, l’invasione dell’Ucraina affare dei russi, il destino di Taiwan un problema interno cinese, la distruzione dell’Amazzonia una questione brasiliana, eccetera.
Il mondo è uno solo, è molto affollato e si vive gli uni addosso agli altri, dunque bisogna dare per scontata una vivace dialettica; quando non arriva a bordo dei cingoli, ogni discussione, anche molto vivace, va considerata una naturale manifestazione delle differenze ideologiche, politiche e culturali tra i popoli, e all’interno dei popoli stessi.
Giorgia Meloni dunque si attrezzi per il futuro: di ingerenze, dall’Europa, ne arriveranno non poche, e a proposito di questioni non trascurabili. Le accolga come un prezzo inevitabile da pagare al suo ingresso in un club il cui motto non è “Dio, Patria e Famiglia”.
Saprà come difendersi e cosa replicare,
soprattutto se si atterrà — come suggerisce, severamente paterno, Sergio
Mattarella — ai principi della Costituzione italiana.
Non è colpa di
nessuno se la sua provenienza politica è parecchio eccentrica rispetto a
quei princìpi. Niente di più normale, dunque, che nei prossimi mesi
debba munirsi di apposito ombrello, perché su Roma pioveranno ingerenze.