mercoledì 19 ottobre 2022

SUI SENTIERI DELLA VAL DI SUSA

 Tre giovani migranti soccorsi a Claviere “Emergenza mai finita”

La Repubblica Torino 10/10
Cristina Palazzo

Una nebbia fitta, da non riuscire a vedere oltre i 10 metri. 
Una sfida per chi quelle zone della Val di Susa le conosce da sempre, figuriamoci per chi percorre quell’ultimo miglio per la prima volta per oltrepassare il confine con la Francia.
 La nebbia unita alla pioggia che sabato notte è caduta incessante, ha bloccato nella zona del Colletto Verde, nel comune di Claviere, tre giovanissimi migranti, tutti tra i 18 e i 20 anni, che hanno dichiarato di provenire da Iraq, Mali e Mauritania.
Non sapendo più dove andare, ieri mattina alle 4, i tre ragazzi hanno chiesto aiuto. 
Dalla centrale la chiamata è stata girata al soccorso alpino che grazie all’sms locator e quindi a un messaggio inviato sul telefonino dei ragazzi che contiene un link, sono state inviate le coordinate e sono riusciti a localizzarli, superando quindi le barriere linguistiche. Arrivati sul posto con i colleghi della finanza, fischietti e urla hanno permesso di ritrovare e salvare i giovani giusto in tempo, erano in principio di ipotermia nonostantegli abiti caldi. È la prima volta che succede in questo autunno che si intervenga per salvare migranti. 
Ma molti temono sarà la prima di altre circostanze analoghe. « Da mesi non scendiamo sotto i 70/80 passaggi al giorno, anche 100. 
Questo perché ci sono situazioni che bruciano in giro per il mondo. Sono aumentati ad esempio i passaggi di iraniani » , racconta Don Luigi Chiampo impegnato nella gestione del rifugio Fraternità Massi di Oulx. I numeri di quest’anno sono allarmanti, « nel 2021 furono 15mila persone, quest’anno credo supereremo le 20mila».In queste settimane inizia il periodo più complicato, quando in alta valle si scende anche sotto lo zero mentre in bassa ancora non c’è neve. « Spesso arrivano con attrezzature e abbigliamento inadeguati, per questo noi lavoriamo molto per dare loro il necessario » . Attorno al rifugio ruotano duecento persone che quotidianamente contribuiscono nel sostegno, e realtà come Rainbow for Africa e Croce Rossa.
«È il primo recupero ma non è un fulmine a ciel sereno, sono settimane molto intense sul fronte migranti al confine » , spiega Michele Belmondo della Croce Rossa di Susa. Se il parametro è appunto la saturazione del rifugio di Oulx, dove nessuno si ferma più di una notte, «nell’ultimo mese quasi tutte le notti abbiamo dovuto trasferire altre persone a Bussoleno perché era pieno.
In questo periodo sui sentieri della Val di Susa si incontrano afghani, iraniani, iracheni, bengalesi, pachistani, « ci sono famiglie ma soprattutto adulti da soli o giovani tra i 16 e i 17 anni. 
Speriamo — conclude Belmondo — che il dispositivo rodato e la rete siano sufficienti a dare risposta».