sabato 8 ottobre 2022

 Michela Della Valle è nata nel novembre 1978 ed è in carrozzina fin dalla nascita in quanto affetta da tetraparesi spastica neonatale. Vive col papà a Racconigi in provincia di Cuneo; ha perso la mamma 38 anni fa.

Già altre volte negli ultimi anni Michela ha scritto alcune sue riflessioni su questo blog. Oggi ci parla di sé, delle sue paure e del suo rapporto con le persone.

Colpisce  la serenità d'animo e la fiducia nella vita che Michela sa esprimere nel suo scritto. (g.p.)

 

MICHELA: sono un fiore nel giardino di Dio

di Michela Della Valle, Racconigi 3 ottobre 2022



Mi presento ai lettori del blog che non mi conoscono ancora. Sono affetta da tetraparesi spastica neonatale, vivo su una carrozzina e sono molto felice. Pur avendo un handicap che mi porta a dipendere dagli altri, questo non mi pesa assolutamente, amo il mio corpo, un corpo che possono toccare tutti.

Oggi voglio condividere con voi le mie esperienze di questa estate che possono sembrare negative e che invece ora giudico come positive perché mi hanno fatto capire che io, nonostante i miei problemi, sono capace di stare alcuni momenti da sola ed essere un pochino più autonoma. Ne sono contenta. Ho imparato tanto e scoperto delle cose che so fare, con difficoltà ma le so fare. Ho avuto tante paure che pensavo di non superare e invece ce l'ho fatta.Questo mi ha portato ad avere più fiducia in me stessa e a vivere più serena.

Vi racconto ora un episodio della scorsa estate perché possiate meglio capire. Ero seguita da una ragazza peruviana che non sapeva parlare l'italiano, per me è stato un po' difficile. Una sera dopo cena siamo usciti e c'era una manifestazione in piazza. La ragazza che mi accompagna e mi fa compagnia si dimentica di dirmi che vuole girare col cellulare il video della rappresentazione che si svolge nella piazza in quel momento. A quel punto io non la vedo più e mi trovo sola in piazza.

Ancora adesso che quella ragazza non mi segue più, io a volte mi sento abbandonata e ho deciso di fare questo scritto e di condividere con voi questa esperienza perché possiate darmi dei consigli in modo che questa esperienza non diventi per me un fatto traumatico: quando mi scopro sola, o temo di esserlo, mi prende il panico, tanto panico, mi tremano le gambe, mi prende un tremore allo stomaco e inizio a sudare. Papà mi ha detto che succede perché io non posso girarmi indietro, né di lato, riesco solo a vedere davanti a me e mi prende la paura che qualcuno possa prendere la carrozzina e portarmi via.

 

Ho tanti altri momenti da raccontare: quando ad esempio dopo cena la ragazza spariva senza avvertirmi e papà era sopra che dormiva e io magari avevo sete e lei non tornava e neanche mi rispondeva, la chiamavi e non veniva, oppure altre volte quando se venivano degli amici a trovarmi spariva e prendeva libero, partiva e andava via senza dirlo, cosa che faceva spesso, come è normale perché questo lavoro è un lavoro pesante. Tante volte le ho parlato e lei nella sua ingenuità diceva “ma tanto tu non ti muovi” e io le dicevo “è vero, ma io devo sapere se ci sei e dove sei, per la mia sicurezza”. La signora che mi segue oggi e da quasi 18 anni, è però mancata sei mesi perché con la famiglia in Romania, quando capita che debba uscire, magari a prendere il pane, prende la chiave, me lo dice, chiude e va.

Ho avuto quindi dei momenti di discussione con quella ragazza perché io non capivo le sue abitudini e cercavo di farle comprendere certe cose in modo che potessero esserle utili nel caso avesse trovato un altro lavoro.

È stato bello, invece, questa estate confrontarmi con un ragazzo che ho conosciuto: ha problemi, cammina in casa, ma esce in carrozzina. Con lui sono andata qualche volta a prendere un gelato, e ci siamo scambiati delle parole. Lui mi ha raccontato le sue cose, io le mie paure. Amo parlare con la gente e mi capita a volte di offrire alle persone una parola di conforto. La parte più bella è stata appunto confrontarmi con nuove persone con disabilità diverse.

 

Da queste esperienze, tra l’altro l'estate scorsa sono anche caduta dal sollevatore e pur non essendomi fatta male, mi sono molto spaventata, ho imparato che nella vita succedono tante cose che bisogna affrontare col sorriso sulle labbra, bisogna essere forti, combattivi: c'è stato un momento che ho detto a un amico che non mi sento più combattiva e lui mi ha detto “non è vero, tu sei forte e combattiva, non conosco altri più combattivi di te”.

Occorre essere forti, apprezzando prima se stessi, perché ho imparato che se non apprezziamo prima noi stessi non riusciamo a essere di conforto agli altri. Allora, della vita prendiamo la parte migliore di quello che succede, mai la parte negativa, io sono convinta di essere un fiore nel giardino di Dio e quindi so che Dio mi aiuta, mi sostiene.

Sei disabile non solo se sei in carrozzina, puoi essere disabile anche dentro per un dispiacere, che ti rende triste. Noi siamo disabili perché la natura ha voluto così, ma disabili dentro mai.

Con questo vi saluto tutti. Alla prossima.