Cresce la schiavitù moderna
Il «Global estimates of modern slavery report», realizzato grazie alla collaborazione tra le organizzazioni internazionali Oil, Oim e Walk Free, presentato il 12 settembre a Ginevra, evidenzia un aumento negli ultimi cinque anni del numero delle persone in schiavitù moderna. Dal 2016, ci sono dieci milioni di «nuovi schiavi» in più, per un totale di 49,6 milioni, il 54 per cento sono donne. Più della metà (52%) di tutto il lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si trovano nei paesi a reddito medio-alto o ad alto reddito. La maggior parte dei casi di lavoro forzato (86%) si riscontra nel settore privato. Il lavoro forzato in settori diversi dallo sfruttamento sessuale commerciale rappresenta il 63% di tutto il lavoro forzato, mentre lo sfruttamento sessuale commerciale forzato rappresenta il 23% di tutto il lavoro forzato. Quasi quattro persone su cinque vittime di sfruttamento sessuale commerciale forzato sono donne o ragazze. Quasi uno su otto di tutti i lavoratori forzati sono bambini (3,3 milioni). Più della metà di questi sono vittime di sfruttamento sessuale commerciale. Si stima che circa 22 milioni di persone vivessero in matrimonio forzato in un dato giorno nel 2021. Ciò indica un aumento di 6,6 milioni rispetto alle stime globali del 2016. La stragrande maggioranza dei matrimoni forzati (oltre l'85%) è stata determinata dalla pressione della famiglia. I migranti sono particolarmente vulnerabili al lavoro forzato e alla tratta. Per contrastare il fenomeno il rapporto propone una serie di raccomandazioni: l'applicazione delle norme per la sicurezza e la garanzia del lavoro, l'estensione della protezione sociale e il rafforzamento delle tutele legali in particolare per le donne, la promozione di un reclutamento dei migranti equo ed etico.
Franca Cicoria, Rocca 15 ottobre