martedì 1 novembre 2022

ALBERI COLORATI

 Derio Olivero vescovo di Pinerolo

Eco del Chisone 19/10

Oggi sono stato a celebrare la cresima a Pragelato.
E' stato un vero regalo. Ho potuto risalire la valle di buon mattino senza traffico.Così ho avuto la fortuna di ammirare i colori.
Macchie di giallo tenue contornate di verde.Macchie di giallo intenso.Qua e là scoppi di rosso.La valle sembrava un dipinto, una tavolozza di colori. Una meraviglia. 
Sono partito con un cielo nuvoloso. Fino a metà valle i colori erano soffusi un po' smorti. Poi è uscito il sole. A poco poco i colori si sono accesi fino a diventare intensi, vibranti. Mentre il cielo si tingeva di azzurro. Mi lascia sempre stupito il cambio di stagione. 
La vegetazione muta continuamente. La terra muta continuamente.Si copre di foglie e fiori in primavera. Matura in estate.Si spoglia in autunno.Pare morire in inverno. Poi rinasce.E riprende a cambiare. 
La terra vive perché osa cambiare. Sa lasciar andare le foglie.Non resta attaccata ai germogli della primavera o ai raccolti dell'estate. Non è nostalgica.Guarda avanti.Osa spogliarsi, perdere le foglie diventare brulla e secca.
Non si sconforta. Affronta con coraggio l'inverno, non si spaventa, non discute.Non  vanta diritti.Si spoglia e tace.Ma segretamente sogna un'altra primavera.La sogna proprio mentre le foglie ingialliscono e cadono.La sogna anche mentre le foglie iniziano a marcire e gli alberi sembrano soltanto scheletri.
Lei lascia andare e sogna.Con pazienza. Addirittura trasfigura il dolore della caduta con un incredibile sfavillio di colori. Dovrebbero essere lacrime invece sono colori quasi sorrisi.
La terra non si arrende e continua sorridere.Perché sa che spogliarsi è un ottimo stratagemma per creare spazio a nuove foglie e nuovi frutti.Sa che tenere caparbiamente strette le foglie sarebbe il modo errato di perderle per sempre. Queste foglie sono stanche, sono le foglie dell'anno che sta finendo.Non sono adatte per il nuovo anno così le lascia andare. Le saluta con onore, facendole diventare protagoniste di un meraviglioso dipinto. Le saluta con la gloria che meritano: sono state protagoniste di un'importante stagione.E crea spazio per altre foglie, altri fiori, altri frutti.Ho fatto un'ora di viaggio con questi pensieri.
 La valle mi ha  insegnato tanto.Ha insegnato a me, a noi, uomini e donne che non sanno lasciare andare. Attaccati ai diritti acquisiti, ai successi raggiunti.
Intristiti dalla crisi della nostra civiltà e della nostra Chiesa.Nostalgici delle primavere fiorenti di un tempo, delle estati abbondanti.Restiamo attaccati, aggrappati e facciamo vedere solo le lacrime, e i  lamenti.
Incapaci di osare ancora sogni che ci permettano di lasciare andare, preparandoci a nuove primavere, nuove foglie, nuovi fiori, nuovi frutti.Incapaci di imparare dalla terra.
Che silenziosa e testarda va avanti.Verso un nuovo inverno, anzi verso la nuova primavera.