"Dei diversi ingredienti utilizzati nella narrazione biblica, vi propongo di fare attenzione al ruolo dei personaggi.
Nel cammino delle Scritture, infatti, incontriamo diversi personaggi, nei confronti dei quali inizialmente ci poniamo con la curiosità del turista di fronte alla abitante esotico di quel mondo straniero da lui visitato.
E così, anche noi osserviamo Abramo nella sua tenda da beduino, Davide nel suo palazzo, Daniele nella fossa dei leoni... Siamo i turisti che osservano questo mondo diverso dal nostro.
Poi, piano piano, grazie anche all’abile strategia narrativa,dispiegata con sapienza dall'autore del racconto, scopriamo che questi personaggi lontani in realtà sono molto più vicini a noi di quanto pensiamo: ci fanno da specchio, ci parlano, ci aprono gli occhi su panorami sconosciuti, ci sollecitano a cambiare sguardo.
Sono personaggi veri, quelli che noi incontriamo nel cammino biblico, ma non nel senso abituale dell'aggettivo. Noi pensiamo che sia vero qualcosa che possiamo verificare; qualcosa che realmente accaduto, che una telecamera ha ripreso.
Si tratta di una concezione ristretta di verità, che data pochi secoli, a partire dal positivismo. Un'idea di verità che non funziona con i testi antichi e che rischia di farci mancare l'incontro con i personaggi biblici".
Lidia Maggi, Fare strada con le Scritture, ED Paoline, pag,34.