" Abbiamo presentato L’Esodo come un "evento fondatore".
Torniamo a scavare sul senso di questa espressione. Che potrebbe essere messa in dubbio, da un punto di vista storico.
Israele è effettivamente nato in Egitto, come ci raccontano le Scritture? Nella letteratura dell'Antico Vicino Oriente, nei documenti come nei monumenti giunti fino a noi, non vi è traccia di questo evento.
Dobbiamo dedurne che siamo di fronte a un falso storico? O a qualcosa di marginale, che non può essere considerato fondante? Tutto sta nel comprendere a cosa miri la narrazione biblica.
Nelle pagine precedenti, abbiamo accennato al diverso concetto di verità che anima il racconto biblico. Ora, anche per l'esodo valgono le stesse messe in guardia, rispetto alla nostra visione di storia. La Bibbia accende un differente sguardo sulla realtà: trasfigura un piccolo evento insignificante, nemmeno degno di menzione nella storiografia dell'epoca, nel fatto capitale della storia intera, nonché nell'atto di nascita di un popolo che, per quanto minuscolo e periferico è stato scelto da Dio per mostrare al mondo il suo piano di salvezza.
E questo evento, la Bibbia ce lo racconta come qualcosa di paradigmatico, in grado di interpretare i successivi cammini di Israele e degli altri popoli.
Per questo la Bibbia non è preoccupata di dimostrare storicamente che l'esodo è avvenuto: perché l'esodo avviene tutte le volte che un popolo chiamato a uscire fuori dalla sua condizione di schiavitù.
Che vada letto così, lo dice la Bibbia stessa" (Dt 6,20-25)
Lidia Maggi, Fare strada con le Scritture, Pag.55