“Fdl partito erede dei fascisti eversivi: difenderà i padroni"
Pubblichiamo alcuni stralci dell’intervento del senatore M5S.
Roberto Scarpinato
Signora presidente del Consiglio, il 22 ottobre scorso Lei e i suoi ministri avete prestato giuramento di fedeltà alla Costituzione. Molti indici inducono a dubitare che tale giuramento sia stato sorretto da una convinta condivisione dei valori della Costituzione. In campagna elettorale, lei ha dichiarato: "La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni" (..). Concetto che ha ribadito nelle sue dichiarazioni programmatiche. Tuttavia lei sa bene che il fascismo non è stato solo un regime politico, ma anche un'ideologia sopravvissuta al crollo della dittatura (..) con la forma del neofascismo. Un neofascismo che si è declinato anche in formazioni politiche che hanno coagulato le forze più reazionarie del Paese per sabotare e sovvertire la Costituzione, anche con metodi violenti ed eversivi, non esitando ad allearsi con la mafia. (..)
Un neofascismo eversivo coprotagonista della strategia della tensione con l'obiettivo di sabotare l'attuazione della Costituzione o peggio, di stravolgerla instaurando una repubblica presidenziale.(...)
NON È CERTAMENTE indice di convinta adesione ai valori della Costituzione la circostanza che Lei e la sua parte politica abbiate eletto a vostre figure di riferimento alcuni protagonisti del neofascismo. Mi riferisco, ad esempio, a Pino Rauti, fondatore nel 1956 di Ordine Nuovo.(...) Mi pare inquietante che il 14 aprile il deputato di Fdl Federico Mollicone abbia organizzato un convegno dedicato al generale Gianadelio Maletti, capo del reparto controspionaggio del Sid negli anni ‘70, condannato con sentenza definitiva a 18 mesi per favoreggiamento dei responsabili della strage di Piazza Fontana. (..) E mi sembrano coerenti con il suo quadro di valori di ascendenza neofascista alcune sue significative iniziative politiche. Mi riferisco, ad esempio, al suo sostegno nel 2018 alla proposta di legge di abolire la cosiddetta legge Mancino (...)o alla sua proposta di abrogare il reato di tortura. (...)
Non basta la sua presa di distanza dal Fascismo storico per dichiarare chiusi i conti col passato e inaugurare una stagione di riconciliazione nazionale, possibile solo se e quando questo Paese avrà piena verità per le stragi del neofascismo e quando dal vostro Pantheon sarà escluso chi si rese corresponsabili di quella occulta prosecuzione della violenza fascista. (.) E desta viva preoccupazione la volontà di volere mettere mano alla Costituzione per instaurare una repubblica presidenziale che in un Paese di democrazia fragile e incompiuta potrebbe rilevarsi un abile espediente per una torsione autoritaria. (...)
Può una forza politica con simili ascendenze culturali attuare politiche che pongano fine alla crescita delle disuguaglianze (..)? No. Perché la crescita delle disuguaglianze e della ingiustizia non è frutto di un destino cinico e baro, ma il risultato di scelte politiche a lungo praticate dall'establishment che ha surrettiziamente sostituto la tavola dei valori della Costituzione con la bibbia neoliberista. (..)
Lei e il suo governo siete il suo ultimo travestimento che nella patria del Gattopardo consente al vecchio di celarsi dietro le maschere del nuovo. Siete stati e sarete l'espressione degli interessi del padronato. (...) Quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere una linea di fermezza contro la mafia, me ne compiaccio, ma nutro serie perplessità, tenuto conto che il suo governo si regge sui voti di un partito di cui è leader un personaggio che ha avuto prolungati rapporti processualmente accertati coi mafiosi e che ha tra i fondatori Marcello Dell'Utri, condannato per collusione mafiosa. (..) Noi siamo le nostre scelte, onorevole Meloni, e lei ha scelto da che parte stare. Certamente non dalla parte degli ultimi, non dalla parte della Costituzione.(…)
Il Fatto Quotidiano 27 ottobre