giovedì 10 novembre 2022

L'EUROPA DEVE TORNARE A PENSARE DI SOCCORRERE LE PERSONE IN MARE

 Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr Italia

L’Italia è stata lasciata sola

l’Europa ora torni in mare

Chiara Cardoletti, l’Italia torna alla strategia dei porti chiusi. Qual è la posizione dell'Unhcr?

«L’Italia per anni è stata il principale porto sicuro del Mediterraneo, ma non può essere lasciata sola. I Paesi dell'Ue devono trovare insieme un accordo sul luogo in cui le persone soccorse in mare possono sbarcare in sicurezza e poi entrare in un sistema prevedibile di distribuzione a livello europeo. Le persone che sono soccorse via mare devono poter sbarcare tempestivamente e chiedere asilo in base alla legge nazionale, al diritto europeo e internazionale».

Come vede l'ipotesi che la Ue torni a una missione europea com'era Sophia?

«L'Unhcr chiede con insistenza il ripristino di una missione europea con un forte mandato umanitario di soccorso e ricerca in mare, l'imperativo assoluto deve essere quello di salvare vite. Affidarsi ai trafficanti rimane l'unica possibilità di entrare in Europa. Per questo chiediamo l'ampliamento dei canali di ingresso regolari per le persone in fuga. L'Italia si è dimostrata all'avanguardia promuovendo, insieme alla società civile, programmi di ingresso sicuro, le evacuazioni umanitarie, i corridoi umanitarie universitari.

E poi c'è il nodo degli accordi con la Libia.

«La Libia non è un Paese di asilo e non ha aderito alla Convenzione di Ginevra sullo Status di rifugiato del 1951. Non può essere considerata un porto sicuro. Il sostegno da parte della comunità internazionale alla Guardia costiera libica dovrebbe essere condizionato al rispetto dei diritti umani dei rifugiati e dei migranti. Siamo pronti a lavorare al fianco del governo per affrontare queste sfide e trovare soluzioni», - a.z.


La Repubblica 27 ottobre