martedì 29 novembre 2022

O BALLANO TUTTI O NON BALLA NESSUNO

27.11.22 - Montevideo, Uruguay - INFOsperber

Sapevate che lo scorso settembre in Uruguay si è tenuto uno sciopero generale, a cui ha preso parte quasi un terzo della popolazione?
Questo articolo cerca di dare una breve panoramica sugli sviluppi nella politica del Paese sudamericano.
“O bailan todos o no baila nadie” significa “O ballano tutti o non balla nessuno” ed è stato un efficace slogan della guerriglia urbana uruguaiana Tupamaros, costituitasi negli anni Sessanta, che in seguito ha condotto anche una resistenza armata contro lo Stato sempre più autoritario. Dopo la fine della dittatura militare, le forze dirigenti dei Tupamaros decisero di presentarsi come partito alle elezioni nazionali. Nel 2010, José Mujica, “El Pepe”, un ex membro di spicco dei Tupamaros che trascorse alcuni anni in carcere, divenne presidente dell’Uruguay. La storia del “Movimiento de Liberación Naccional – Tupamaros” mostra molto chiaramente come un’alternativa sociale inizialmente a base sindacale si sia potuta trasformare in una guerriglia efficace che, dopo aver perso la sua importanza come forza extraparlamentare, è diventata parte del sistema. Com’è la situazione oggi dei movimenti libertari e sociali in America Latina?
Prendiamo in considerazione l’Uruguay, definito talvolta “la Svizzera del Sudamerica”, che da sempre occupa una posizione particolare in America Latina per la sua stabilità politica. Tra i giganteschi confinanti Brasile e Argentina e con appena 3,5 milioni di abitanti, l’Uruguay viene spesso dimenticato. 
Dal 2020 il suo presidente è Luis Lacalle Pou, un politico di stampo neoliberale, recentemente coinvolto in uno scandalo di corruzione legato all’industria del tabacco. Dal 2019 e in seguito alla pandemia e ai correlati provvedimenti, la povertà è aumentata in modo significativo, in un Paese altrimenti relativamente benestante.
Vi sono fonti secondo le quali la libertà di stampa in Uruguay abbia indubbiamente subito delle battute d’arresto e non sia più scontata come fino a qualche anno fa. 
L’autocensura e la concentrazione della proprietà rappresentano gravi problemi.
Cosa fa l’opposizione? Il maggior gruppo parlamentare di opposizione è il Frente Amplio, un’alleanza di partiti “di sinistra”, nella quale sono confluiti anche i Tupamaros. Attualmente, occupando 42 dei 99 seggi della Camera dei Deputati, ne sono il maggior partito. Tuttavia, non riescono a sfruttare questo vantaggio. Il 27 marzo scorso, in un referendum contro la politica di Lacalle Pou, hanno subito una sconfitta, perdendo con il 48,83%.
Il Paese, per il resto ancora straordinariamente stabile, sembra intraprendere un percorso tipico della politica di altri Paesi dell’America Latina, dove emergono due grandi schieramenti politici che si contrappongono rigidamente.
Nel frattempo, contro l’aumento del costo della vita e la diminuzione dei salari (inflazione) e per l’incremento delle pensioni, lo scorso 15 settembre si è tenuto uno sciopero generale, organizzato principalmente da PIT-CNT, il più grande sindacato del Paese, e da altre 20 organizzazioni. 
Si stima che circa 1 milione di uruguaiani abbiano interrotto volontariamente il lavoro. Si tratta del 28,5% dell’intera popolazione, e la percentuale sale di molto, se si considera solo la popolazione attiva! 
Per l’occasione, in tutto il Paese sono state organizzate 50 manifestazioni a livello locale.
In questo modo, la popolazione uruguaiana si dimostra combattente e reciprocamente solidale in maniera spontanea. Nel frattempo, la Federazione degli studenti universitari dell’Uruguay (FEUU), aveva programmato di occupare le facoltà. In questo modo, si vuole agire contro la programmata riforma dell’istruzione, che ne andrà a ridurre le risorse, compromettendo il diritto allo studio.
 Gli studenti sono arrivati persino a occupare il Ministero dell’istruzione, per un breve periodo. In precedenza, tra settembre e ottobre, si è svolto uno sciopero generale di insegnanti, studenti, e personale dell’Università statale, la principale istituzione formativa dell’Uruguay. Il primo sciopero generale dal 2002!
Protestare, resistere e organizzare efficaci azioni su larga scala è possibile. Organizzatevi e balleremo tutti insieme!