O DIO, CHE CI VUOI FELICI
P. Saluto all'assemblea
G. Tu, o Dio, ci doni ancora tempo, tempo di vita, tempo di conversione
Restiamo in silenzio per qualche secondo.
G. Prima che nascessero i monti, i Dio,
prima che la terra e il mondo fossero generati ,
da sempre e per sempre Tu sei
Ai Tuoi occhi mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia di notte.
2) Tutti i nostri giorni svaniscono e noi finiamo i nostri anni come un soffio.
1) Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica e dolore.
Passano e noi ci dileguiamo.
T. Accogliamo il tempo che ci è dato dal Signore e accogliamo insieme l'esortazione a viverlo come tempo di giustizia, di “avvento”di un mondo sempre da rinnovare, anche con il nostro impegno.
2) Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore
1) Volgiti a noi , Signore, fino a quando? ...Siamo lenti e duri di cuore, ogni mattino saziaci con il Tuo amore: i nostri giorni saranno pieni di canto e di gioia
Breve momento di silenzio
Letture bibliche
Dal libro dei Salmi: Salmo 77,1-12
“La
mia voce sale a Dio e io grido; la mia voce sale a Dio ed egli mi
porge l'orecchio. Nel giorno della mia afflizione ho cercato il
Signore; la mia mano è stata tesa durante la notte senza stancarsi,
l'anima mia ha rifiutato di essere consolata. Mi ricordo di Dio, e
gemo; medito, e il mio spirito è abbattuto. Tu tieni desti gli occhi
miei, sono turbato e non posso parlare. Ripenso ai giorni antichi,
agli anni da lungo tempo trascorsi.
Durante la notte mi ricordo
dei miei canti; medito, e il mio spirito si pone delle domande:‘Il
Signore ci respinge forse per sempre? Non mostrerà più la sua
bontà? La sua misericordia è venuta a mancare per sempre? La sua
parola ha cessato per ogni generazione? Dio ha forse dimenticato di
aver pietà? Ha egli soffocato nell'ira il suo amore?’ Ho detto:
‘La mia afflizione sta in questo, che la destra dell'Altissimo è
mutata’.
Io rievocherò i prodigi del Signore; sì, ricorderò
le tue meraviglie antiche, mediterò su tutte le opere tue e
ripenserò alle tue gesta”,
Predicazione
Care ascoltatrici, cari ascoltatori, in questo tempo conta solo il futuro! Oramai siamo una generazione che aspetta solo di vivere un domani migliore. Certo i motivi che ci spingono a sperare in un domani migliore sono molti e sono molto seri.
La nostra generazione è costretta a vivere, dopo molto tempo, in un’epoca di ripensamenti, di autocritica, ed anche di paure per la salute, per la pace, per il lavoro, per il futuro dei propri figli.
Siamo
dunque una generazione che è destinata all’ansia: cosa accadrà
ancora? Fino a quando dovremo vivere nell’incertezza? Fino a quando
la pandemia, la guerra, la crisi energetica e la crisi economica
saranno i padroni della nostra vita?
Dunque conta solo il futuro,
anche se questo futuro ci fa paura ed è motivo di dubbi ed
incertezze.
Non è facile trovare risposte ed è altrettanto
difficile trovare chi ci dia delle risposte certe, concrete, facciamo
fatica a fidarci di quanti dovrebbero governare le nostre paure dando
risposte chiare, vere e rassicuranti.
Allora siamo un popolo che cerca di guardare oltre, al di là delle nuvole, oltre la notte per sbirciare oltre e per ritrovare un’alba e un cielo sereno verso il quale dirigere i nostri passi.
Ma quanta fatica, quanto impegno e quanta ansia mettiamo in campo nella ricerca di un futuro promettente e felice?
Perché conta solo il futuro? Potremmo anche volgerci indietro e potremmo, con nostalgia, guardare ad un tempo passato, quando le giornate erano più felici, ma il pessimismo di oggi ci impedisce persino di avere memoria di un tempo migliore.
Abbiamo
vinto la tentazione di rimanere con lo sguardo rivolto all’indietro
ma cadiamo nella tentazione di correre in avanti senza sapere bene
dove stiamo andando, con chi stiamo correndo e senza riflettere su
cosa stiamo facendo oggi per trovare un futuro migliore.
Questa
mattina l’antico salmista ci invita a fermarci, un attimo, ci
invita a smettere di correre e ci esorta a non avere l’ansia e la
fretta di correre subito verso il domani come uomini e donne che
hanno già tutte le risposte.
Il Salmo ci accompagna a fare una pausa, a smettere e a lasciare andare la tentazione di dire e di fare.
Oggi siamo esortati all’attesa, ma non all’attesa di ciò che sarà, bensì all’attesa di ciò che è stato. Come è possibile aspettare ciò che già è stato? Sembra un invito assurdo, inutile, impossibile,folle.
Ecco
l’antica parola del Salmo, la Parola di Dio si mostra proprio come
una parola apparentemente folle, inadeguata ed inattesa. Ma cosa è
veramente folle: essere bloccati in un tempo presente che guarda
sempre in avanti con ansia o fermarsi, guardare indietro e scoprire
che oggi possiamo accogliere ancora la benedizione di Dio?
Aspettare
il passato vuol dire essere disponibili per il Signore ed essere
consapevoli che in Dio già sono accadute meraviglie ed altre
arriveranno, che noi non siamo destinati all’incertezza del
futuro ma alla certezza che l’amore di Dio sarà sempre più grande
di ogni umana paura.
Avere memoria di Dio nel tempo in cui Dio
sembra assente, questa è l’esperienza fatta dal popolo di Israele
nella Bibbia. Più volte gli antichi credenti esortano il popolo ad
avere memoria di Dio, a ricordarsi che erano schiavi in Egitto e Dio
li ha liberati, che erano un popolo che si allontanava dalla legge di
Dio ma Dio li aveva amati e perdonati.
Questa memoria delle opere
di Dio è richiesta proprio nel tempo della desolazione, della
deportazione in terra straniera, nel tempo della paura e del dubbio,
nel tempo della croce.
Anche
noi oggi, nel nostro continente siamo chiamati a costruire un futuro
di pace e di giustizia proprio partendo dalla memoria della
benedizione di Dio. Dio ha agito per la pace e la giustizia in
passato, ha salvato, si è rivelato come un Dio di grazia, quindi di
pace, ha fatto della giustizia il suo primo scopo e ha costruito e
ricostruito ciò che questo
mondo aveva abbattuto. Non siamo
chiamati a non avere paura ma siamo chiamati ad accogliere la
possibilità di affidare a Dio ogni nostra ansia, possiamo lasciare
il futuro nelle mani di Dio e così possiamo lavorare per il bene di
tutti e di tutte, nella giustizia e nella pace, perché sappiamo che
il futuro non dipende da noi ma da colui che ha già
salvato
questo mondo e la nostra vita. Amen!
Signore, Iddio nostro,
rafforza in noi la certezza che la tua parola è il terreno
Walter Primo
Interventi liberi
G. O Dio. Che in Gesù ci hai donato un fratello sapiente,semina dentro di noi il germe della condivisione. Anzi, facci andare oltre, perché il seme diventi realtà.
Pausa musicale
Memoria
della cena.
Gesù, quando ormai la congiura dei capi religiosi e militari stavano per farlo fuori, volle ancora sedere a mensa con i suoi discepoli e le sue discepole per celebrare la Pasqua. Prese il pane, alzò gli occhi al cielo in segno di ringraziamento a Dio e poi lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiatene tutti; questo è ciò che ho fatto sempre nella mia vita: spezzare , condividere. Fate questo in mia memoria”. Allo stesso modo prese il calice del vino e lo condivise dicendo: “fate questo per non dimenticarvi di me”.
P. Comunione: preghiera
Signore, nostro Dio, accompagna i nostri passi: rendi i nostri giorni pieni di giustizia.
La Tua parola diventi il tesoro dei nostri cuori: fa che la cerchiamo con vera avidità
Fà che l'ascoltiamo e la custodiamo nel cuore: non sia l'acqua che passa e va senza fecondare
Con il Padre Nostro apriamo alle preghiere spontanee
Benedizione finale.
P. O Dio, aiutaci a non dimenticare mai che ogni cambiamento parte anche da noi, dal nostro modo di pensare ed agire. Tale consapevolezza ci aiuti a cercare sempre nuive strade per avvicinarci , un passo dopo l'altro , a Te, accettando le fatiche ed accogliendo la felicità che Tu sai donare a chi si fida di Te.
Walter
Primo, Comunità cristiana di base via città di Gap,13 - Pinerolo
11 Dicembre 2022