venerdì 23 dicembre 2022

CELEBRAZIONE EUCARISTICA COMUNITARIA DI SABATO 24 DICEMBRE ALLE ORE 20.45

 Comunità Cristiana di Base di Città di Gap, Pinerolo


COME UNA SENTINELLA”


SALUTO ALL’ASSEMBLEA

G. Eccoci alla mensa dei fratelli e delle sorelle. In mezzo a noi c’è il Signore. Al centro poniamo la sua Parola. Dio crei tra di noi ascolto della sua voce e ascolto reciproco. Possa il cuore di ognuno di noi respirare di gioia sotto lo sguardo del Padre e ossigenarsi di speranza.


(Franco illustra alcune informazioni storiche sul Natale)

Alle origini nessuno festeggiava il Natale

  • Il giorno della nascita di Gesù non lo conosce nessuno. I Cristiani delle origini non ebbero alcun interesse a farne una festa. A loro interessarono la vita e il messaggio di Gesù. Il Natale, quello con la maiuscola, nasce e comincia a diffondersi molto più tardi: “Il Natale è testimoniato per la prima volta nel calendario delle feste del Cronografo romano di Dionisio Filocalo dell’ anno 354, ma, tenuto conto della data di composizione dello stesso (l’originale è del 335-336), appare probabile che si sia introdotto a Roma già prima del 336. 

  • A Milano la festa del Natale fu celebrata dal 337, in Antiochia e Costantinopoli intorno al medesimo tempo o poco dopo; in generale però si diffuse solo con lentezza, tanto in Occidente che in Oriente, cosicché l’imperatore Giustino II ( 565-578) si vide costretto ad imporla per tutto l’Impero Romano….

  • La scelta del giorno 25 dicembre fu determinata, con tutta probabilità, dal fatto che il mondo romano celebrava in questo giorno il solstizio d’inverno, la nascita del dio Sole ( Natalis solis invicti), il culto del quale era molto diffuso nell’impero da Aureliano in poi. 

  •  Al posto della festa pagana ora doveva subentrare una festa cristiana, così è chiamato spesso Cristo dal III secolo in poi…. Il simbolismo della luce ebbe forse una parte notevole anche nella istituzione della festa dell’Epifania in Oriente” ( K.Bhilmeyer-H. Tuechle, Storia della chiesa, vol. I. pagg.410,  Morcelliana).


E ORA?

Non mi soffermo sul natale consumistico e sui vari teatrini liturgici che in questi giorni occupano la scena e la popolano di retorica. Mi interessa segnalare gli aspetti positivi che possiamo vivere in questi giorni. Il Natale può rappresentare una pausa di riflessione e di intimità, una sosta vicino alle persone che spesso la fretta quotidiana non ci permette di incontrare in profondità. Si può godere di un po’ di riposo: tutte cose preziose e da valorizzare.

Ma nel nostro cuore a Natale può sorgere la domanda: “ io nella mia vita sto facendo nascere e crescere il messaggio di Gesù? La mia vita di fede si concentra nel seguire le orme del nazareno? Cerco, come lui, di mettere al centro la fiducia in Dio e l’impegno per la giustizia? Divento consapevole che credere in Dio significa, anche per me, come per Gesù, uscire dal mio individualismo?” Natale può diventare occasione di una seria verifica.

L. Ci disponiamo alla lettura, all’ascolto di fede e alla meditazione comunitaria della Parola di Dio pregando insieme.

T. O Dio, Tu parli ancora! La Tua parola è come un rivolo

d'acqua tra i sassi del torrente; come un volo d'aquila nel cielo;

Tu sei spesso il Dio che spesso si nasconde nella povertà delle cose

e non Ti imponi all'attenzione di nessuno.

Tu stai alla porta delle nostre vite e dei nostri cuori

e bussi con dolce e pressante insistenza

  1. Fà che il nostro orecchio senta il fruscio dei Tuoi passi

e che il il nostro cuore sia quello di una sentinella.

2. Riempici di gratitudine per il dono della Tua Parola

e fa’ che in essa incontriamo la persona vivente di Gesù.

1. Innaffia, o Padre, l’alberello della nostra speranza

e fa’ che porti frutti di gioia, di fortezza, di perseveranza.

2. Tu sai, o Padre, quali sono i tasti scordati e afoni del nostro cuore:

alimenta in noi la sete della Tua Parola, acqua si vita.

T. Brilli sulle nostre vite il tuo intramontabile sorriso, o Padre,

e stia sempre davanti a noi il più grande dono che tu ci hai fatto:

Gesù, tuo figlio e nostro fratello.

Possano tanti uomini e tante donne della terra

trovare nelle sue scelte di vita e nel suo messaggio

una sorgente di senso, di giustizia, di voglia di vivere.


1^ LETTURA: LA SENTINELLA PROFETICA

«...Così mi ha detto il Signore,

«Va, metti una sentinella che annunzi quanto vede.

Osservi attentamente, con grande attenzione».

La vedetta ha gridato: «O Signore, io sto sempre,

tutto il giorno al mio posto di osservazione; tutta la notte

sto in piedi nel mio osservatorio».

Mi gridano da Seir.

«Sentinella, quanto resta della notte?

Ohé, sentinella, a che punto siamo della notte?».

La sentinella risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte;

se volete domandare, domandate,

convertitevi, venite» (Isaia 21, passim).

«Sulle tue mura, o Gerusalemme, ho posto sentinelle;

per tutto il giorno e per tutta la notte non taceranno mai.

Voi che rinfrescate la memoria al Signore,

non prendetevi mai riposo,

e neppure a lui date tregua, finché non abbia ristabilito Gerusalemme,

e finché non l'abbia resa il vanto della terra» (Tritoisaia 62).

«Se la sentinella vede giungere la spada e non suona la tromba e il popolo non è avvertito e la spada giunge e sorprende qualcuno, questi sarà sorpreso per la sua iniquità: ma della sua morte domanderò conto alla sentinella. O figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per gli israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia» (Ezechiele 33, 6-7).

«Figlio dell'uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo le mura e sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro. "Andiamo a sentire qual è la Parola che viene dal Signore". Vengono da te in molti, si mettono a sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le mettono in pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va dietro al guadagno. Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore: bella è la voce e piacevole l'accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica. Ma quando ciò avverrà, ed ecco avviene, sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro» (Ezechiele 33, 30-33).

BREVE PREDICAZIONE

RIFLESSIONE COMUNITARIA

Musica


T. Tu, Signore, Tu sei il nostro Padre:

il Tuo nome è “nostra salvezza”.

Perché ci lasci vagare lontano dalle Tue vie

e lasci indurire il nostro cuore nella sordità?

1. Dai, o Padre, a ciascuno di noi la gioia dei doni ricevuti

e risveglia la nostra personale responsabilità

affinchè restiamo svegli al nostro posto di sentinella.

2. Nessuno, o Signore, è capace di liberarci come Te:

il Tuo lavoro quotidiano è la liberazione.

Vogliamo riconoscere questa Tua opera e lodare il Tuo nome.


T. Eccoci, o Padre, alla cena di Gesù, come i dodici. Egli, vedendo ormai vicina l'ora in cui la congiura avrebbe prevalso, concentrò nel semplice segno del pane spezzato e del vino condiviso tutto il suo insegnamento e disse: "Prendete e mangiate: la mia vita è data per voi e per l'umanità. Quando farete questo pasto, lo farete per non dimenticarvi di me." Poi prese la coppa del vino e, porgendone a bere a tutti, disse: "Prendete e bevete: la mia vita ha pagato fino allo spargimento del sangue la dedizione alla causa di Dio e dei fratelli e delle sorelle. Dio vi garantisce un’alleanza eterna, perfetta: Egli non ritirerà mai il Suo amore dall'umanità. Fate questo pasto, ve lo raccomando, per non dimenticarvi di me e di tutto quello che vi ho detto, di tutto quello che ho fatto".


1. Brilli, o Padre, davanti ai nostri occhi la vita di Gesù.

Egli ci insegna fino a che punto può giungere la fede e l'amore;

egli è il dono più bello che Tu hai fatto all'umanità intera.

2. Nella sua carne è fiorito il Tuo nome e il Tuo amore, o Dio.

Guardando Gesù, noi vediamo come Tu ami, quali sono le Tue scelte.

Fa che la nostra vita sia un vero seguirlo da vicino.


PADRE NOSTRO


COMUNIONE


PREGHIERA SPONTANEA


Musica


G. Fratelli e sorelle, l’eucarestia è sempre una consegna di vita nuova: fidiamoci di Dio, delle sue promesse e delle sue esigenze.

L. Chi cammina con i fratelli sulla strada della giustizia

T. Risplenderà come una stella nel firmamento di Dio.


Un augurio per il nuovo anno: “IL GIOCO

Un grande rabbino che ha segnato la storia dell'ebraismo più vivo e aperto al dialogo Abraham Joshua Heschel nel secolo scorso ha scritto, tra le altre opere due libri reperibili tuttora in Italia. Il primo è edito da Borla nel 1983 e porta un titolo che individua la prima parte del gioco della fede: "Dio alla ricerca dell'uomo". Il secondo libro è invece, edito nelle edizioni Qiqajon, intitolato "L'uomo alla ricerca di Dio".

Secondo una eloquente tradizione ebraica la fede è bene espressa in questo gioco delle due parti. Mentre Dio non cessa mai di cercare l'uomo: "Adamo dove sei?"(Genesi 3,9), spesso il singolo credente cessa di cercare Dio. Il rabbino spiega dettagliatamente che quando cessa questo reciproco gioco perché l'uomo si sottrae alla ricerca del "Dio nascosto", allora la fede ha un tracollo. 

Mi sembra così efficace questo racconto: "cerchiamo Colui che ci cerca". La vita di fede è la gioiosa presa d'atto che Dio non si scorda mai di noi, ma noi siamo esposti al pericolo di cercare mille cose dimenticandoci di cercare la sua presenza e il suo mistero.

La responsabilità di chiudere la partita, di interrompere il gioco è tutta nostra. Ma altrove la Bibbia ebraica ci ricorda che Dio riparte sempre all'attacco per poterci ritrovare.

Un altro rischio terribile incombe sulla esperienza di troppi gerarchi e teologi: credono di non dover più cercare perché presumono di avere già trovato tutto.

Hanno un magazzino colmo di cianfrusaglie dogmatiche e devozionali e credono che la loro casa non manchi di nulla. 

Veglia di Natale 24 dicembre ore 20,45