martedì 27 dicembre 2022

I LIMITI ENORMI DEL CONCILIO VATICANO II

"Oggi, guardando  indietro, ci rendiamo conto che il Concilio Vaticano II era morto prima di nascere.

Nacque  infatti dall’utopia e dall’illusione di una frangia di vescovi  e di teologi  più aperti e più liberali negli anni Cinquanta e Sessanta. Essi credevano che sarebbe stato possibile “aggiornare”, modernizzare e rinnovare la Chiesa cattolica, adeguandola allo “spirito del tempo”.

Ciò che però  mancava era una reale determinazione a dare  un taglio netto  alle credenze , alle dottrine, alle leggi, al diritto canonico, alle strutture ecclesiastiche obsolete e spesso perniciose, ereditate dal passato, così come una decisa volontà e un autentico desiderio di migliorare la conformità complessiva  della Chiesa -istituzione con lo spirito originale di Gesù di Nazaret.

I padri conciliari del Vaticano II hanno creduto di poter rinnovare la Chiesa introducendo qua e là qualche concessione alla modernità, qualche adattamento  o qualche modifica al sistema totalitario di governo, qualche nuovo approccio nell'interpretazione dei testi biblici, qualche trasformazione nei riti liturgici e nelle di devozioni, qualche aggiustamento del diritto canonico, qualche cambiamento nell'arredamento delle chiese e nell'abbigliamento dei chierici... senza però toccare il nucleo della struttura assolutista e imperiale della chiesa cattolica romana, causa principale di molti dei mali e delle impasse da cui il Concilio Vaticano II voleva liberarla". 


Bruno Mori, Per un cristianesimo senza religione, Ed. Gabrielli, pag,108