Il silenzio su Dio
È il ricordo di un sogno che nutrirà l'attesa di una vita intera. Natale non è la festa della tranquillità ingenua, ma la germinazione di un sogno che ci mantiene attivi, vivi, coraggiosi, rivoluzionari. Incredibilmente accesi. A volte delusi dalla storia, eppure certi che ogni piccolo gesto di giustizia e di bontà è l'espressione della verità dell'umano.
A volte delusi dalla storia, eppure certi che questa storia ha un compimento garantito. L'evento ci dice che Dio si impegna per questa storia e dentro questa storia.
Ai credenti è affidato il compito di tenere insieme Dio e storia. In tutte le epoche, anche nei momenti più bui. Anzi, ai credenti di oggi è consegnata la sfida di riuscire a mostrare un'immagine interessante di Dio. Proprio come dice lucidamente il teologo valdese Paolo Ricca: «Le Chiese parlano molto di migranti da accogliere, di diritti umani da rispettare, di habitat naturale da proteggere, di libertà religiosa da garantire, di fraternità umana da praticare (tutte cose - beninteso - sacrosante, senz'altro da perseguire), ma parlano poco di Dio, come se temessero di non essere ascoltate, o anche più probabilmente, non sapessero che cosa dire di Dio. Questo "silenzio su Dio" è il dato più allarmante dell'odierna situazione del cristianesimo».
Forse il nostro Natale è caratterizzato dal "silenzio su Dio". Delusi dal mondo alcuni hanno smesso di credere in Dio. Altri, concentrati sulle proprie forze (ragione, tecnologia, potere) ritengono Dio assolutamente superfluo. Altri, credenti, faticano a trovare parole per far risuonare la vitalità di Dio. Così, anche a Natale, Dio appare muto e nascosto.
Forse superato. Magari è proprio questo il Natale giusto per chiederci chi è davvero Dio? Chi sono davvero io?
DERIO OLIVERO, L’Eco del Chisone 23/12/2022