sabato 31 dicembre 2022

LE FAMIGLIE ARCOBALENO

 Il governo nega la realtà e a pagare sono i bambini”


ROMA — «Questa decisione del governo danneggia principalmente i bambini», è convinta Natascia Maesi, prima donna ad essere eletta presidente dell’Arcigay, nel novembre scorso.

Perché?

«Perché fanno parte di famiglie che nella società sono già presenti e accettate. A scuola o in altri contesti dove si presentano non trovano ostacoli, sono trattate alla pari delle coppie formate da due genitori biologici. E ora per un puntiglio ideologico, di principio, c’è un tentativo di negare quello che nei fatti già c’è».

Il governo in sostanza dice: non cambiamo le regole, ma chi vuole farsi riconoscere all’anagrafe deve fare ricorso in proprio. Basta?

«Certamente no. È un percorso complicato.

Soprattutto, sono ricorsi molto dispendiosi. Non tuttipossono permetterselo. Il rischio è che il riconoscimento diventi un privilegio per poche famiglie benestanti. Ma tutte queste famiglie esistono e bisogna farci i conti, proprio per tutelare in primo luogo i minori. Non è il dna quello che stabilisce chi è un genitore, ma è la responsabilità di crescere e amare i propri figli.

Anche la scienza ci ha permesso di separare la capacità di procreare dalla funzione educativa dell’essere genitori. E in Italia la procreazione medicalmente assistita, compresa quella eterologa, è accessibile. Se il governo imbocca questa strada dovrà spiegarlo all’Europa».

Parla della proposta di regolamento presentata dalla Commissione Ue per garantire le famiglie con genitori gay?

«Sì. Quella della Commissione è una posizione molto netta.

Non ci sono genitori di serie A e genitori di serie B. Se passerà il nuovo regolamento, come ci auguriamo, la piena genitorialità, anche quella dei genitori dello stesso sesso, sarà riconosciuta in tutti i Paesi membri. E l’Italia dovrà adeguarsi».

Meloni in campagna elettorale ha detto: non saranno toccati i diritti acquisiti. Vi sentite rassicurati?

«Sono convinta che non ci sarà un attacco frontale, ma come per la 194 sull’aborto proveranno a svuotare i provvedimenti un passo per volta. E questo sì, ci preoccupa molto».

Lorenzo De Cicco, La Repubblica 27/12/2022