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Nel volume Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio (Feltrinelli, Milano 2022), Luigi Ferrajoli riprende e sviluppa il progetto cosmopolitico kantiano, tenendo conto degli inediti pericoli che incombono sull’umanità.
Il genere umano si trova oggi di fronte a emergenze globali che mettono in forse la sua stessa sopravvivenza, come la catastrofe ecologica e la minaccia nucleare. Per la prima volta nella storia dell’umanità è concretamente possibile che non il pianeta, ma la specie più presuntuosa e aggressiva che lo ha colonizzato – l’homo sapiens –, si estingua.
E’ per questo divenuto urgente riprendere e rilanciare l’idea di un patto di convivenza tra i popoli, a partire dalla riflessione sulle cause del fallimento dell’ONU, il più recente tentativo che sia stato realizzato di dare vita a un’istituzione globale finalizzata a bandire la guerra dalla storia. Si tratterebbe di espandere il paradigma del costituzionalismo, imponendo vincoli e limiti ai “poteri selvaggi” dei mercati globali, oltre che degli Stati sovrani, e introducendo idonee garanzie per diritti che sono oggi già riconosciuti da costituzioni e documenti internazionali, salvo essere scandalosamente disattesi, a partire dal diritto alla libera circolazione sulla Terra.
Questi i fini della costituenda Federazione della Terra: “garantire la vita presente e futura sul nostro pianeta in tutte le sue forme”, ponendo termine alle emissioni di gas serra e al riscaldamento climatico, all’inquinamento di aria, acqua e suolo, alla deforestazione, alla biodiversità e alle sofferenze crudeli inflitte agli animali; “mantenere la pace e la sicurezza internazionale”, sopprimendo gli eserciti statali, mettendo al bando tutte le armi di distruzione di massa e riconoscendo il monopolio della forza legittima in capo a un’istituzione imparziale; “realizzare l’eguaglianza di tutti gli esseri umani nei diritti fondamentali” e nell’accesso a risorse vitali come l’aria, l’acqua, le foreste, i farmaci salva-vita, i vaccini.
Un’utopia? L’autore non si nasconde le difficoltà insite in questo progetto, ma invita a evitare il “pessimismo disfattista e paralizzante” di chi si arrende all’apparente mancanza di alternative e a considerare che ad essere davvero fuori dalla realtà, oggi, è chi in Occidente si illude di poter continuare impunemente a godere dei propri privilegi, distruggendo il pianeta e condannando alla fame e alla miseria il resto del mondo.
Valentina Pazé