giovedì 1 dicembre 2022

UNA LETTERA

 Il Parlamento europeo getta benzina sul fuoco.

Leggo l'ultima trovata  del Parlamento europeo: per agevolare le trattative  di pace tra Russia e Ucraina dichiarando che la Russia è uno stato terrorista. In detta deliberazione, approvata con 494 voti favorevoli e 58 contrari( fra cui quelli dei 5 Stelle, ispirati dal buon senso), si sostiene che "gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe e dei loro delegati (sic!) contro i cittadini , la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale ed umanitario sono tutti atti di terrore e crimini di guerra".

Gli attuali rappresentanti dell'Europa hanno dimenticato o è stato loro comodo dimenticare che non molti anni fa, gli "alleati" hanno condotto l'ultima guerra mondiale anche con i bombardamenti a tappeto (migliaia di bombardieri che sganciavano centinaia di migliaia di bombe e spezzoni incendiari) sulle nostre città, uccidendo e ferendo milioni di civili, distruggendo case e infrastrutture. Hanno dimenticato che fra il 13 e il 15 febbraio 1945 Dresda, la civilissima Firenze del nord, subì tre terribili bombardamenti a tappeto ad opera dei bombardieri alleati inglesi, che sganciarono sulla città 3900 tonnellate di bombe, di cui molte incendiarie, allo scopo preordinato di sterminare la popolazione, e fu nuovamente bombardata dall'Usef, con 2700 tonnellate di bombe, il 2 marzo e il 17 aprile del 1945. 

Gli americani nell'agosto 1945 con i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki hanno raso al suolo le "civilissime città": Purtroppo le guerre attuali non si fanno con le battaglie campali di stile napoleonico ma attaccando il nemico  nella sua globalità nazionale e con qualsiasi mezzo possibile. Per questo bisogna evitare le guerre, anche quelle difensive perché poi finisce che per difendersi bisogna attaccare secondo l'insegnamento del noto brocardo: "se vuoi la pace prepara la guerra". Sì, bisogna evitare le guerre ed evitare che comincino.

Antonio Sartoris

Dal Fatto quotidiano.