giovedì 26 gennaio 2023

 


5 - DIVERSAMENTE CHIESA



novembre 2012

 

MONS. NOSIGLIA: ADOTTATE FAMIGLIE NOMADI

 

È la provocazione lanciata alle chiese e   ai credenti dall'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nella Lettera pastorale dedicata ai popoli Rom e Sinti che vivono in città.

''Chissà che qualcuno tra voi - scrive Nosiglia - non possa accompagnare amichevolmente, fraternamente, una famiglia a trovare casa, ad avviarsi al lavoro, a superare le difficoltà''.

''Non stranieri, ma concittadini'': così mons. Nosiglia definisce i nomadi.

«Conosco tanti di voi», scrive mons. Nosiglia nella sua Lettera, «vi ho visitato nei campi dove vivete, vi ho incontrato in molte occasioni per le strade della nostra città e dei nostri paesi. Ho nel cuore gli occhi di tanti uomini, donne, bambini, ragazzi e nella mia preghiera trovate tutti posto. Ma soprattutto vorrei dirvi che avete posto nel cuore di Dio, che non dimentica nessuno di voi».

L’Arcivescovo prosegue affermando di conoscere «le vostre sofferenze, le umiliazioni, le difficoltà, ma anche i vostri sogni, le vostre speranze, la fatica di raggiungere una vita migliore. So che sperate un futuro più bello per i vostri figli e per le vostre figlie: i vostri figli sono il vostro tesoro»

 

D'ARMI E D'AMORE, LETTERA DA BARBIANA

(…) Quest'anno mi trovo in Toscana, a Barbiana, dove è vissuto, è morto ed è sepolto don Lorenzo Milani, il sacerdote che scrisse la lettera ai cappellani militari “L'obbedienza non è più una virtù” e fu denunciato. Scrisse poi la “lettera ai giudici”, non potendosi presentare in tribunale perché malato. Fu assolto ma, in appello, venne condannato. Intanto, il reo era morto il 26 giugno 1967.

Leggere queste lettere così intense, insieme al gruppo dei giovani di Pax Christi, che ha voluto essere qui proprio oggi, mi ha aiutato, come prete e come uomo, a vedere con occhi diversi anche il 4 novembre. Quanta retorica sulla guerra. Magari mascherata con parole altisonanti, tutte scritte con capolettere maiuscole: Eroi, Patria, Valori, Civiltà.

Non sarebbe giusto anche ricordare il motivo per cui si celebra il 4 novembre? Cioè la fine della prima guerra mondiale che ha visto, solo tra gli italiani: 600.000 morti, 947.000 feriti, mutilati e invalidi, 600.000 prigionieri e dispersi.

Forse si dovrebbero ricordare le parole di papa Benedetto XV, del 1 agosto 1917: «Questa guerra, un'inutile strage». Perché non vivere questa ricorrenza partendo proprio dai dati impressionanti di questa "strage"? Perché si cerca sempre di presentare la guerra, magari chiamandola con altri nomi, come se fosse una cosa "umana"? (...)

don Renato Sacco, Pax Christi, www.famigliacristiana.it)

 

UNA CURA CONTRO LA FOLLIA F35

1. Il solo propulsore dei caccia F35 costa come un aereo antincendio Canadair. Cosa difende meglio il nostro territorio?

2. Con un solo radar dei caccia F35 (10 milioni) si potrebbero produrre ed installare 10.000 pannelli solari.

3. Un caccia F35 nuovo fiammante pronto a bombardare... o 32.250 borse di studio per studenti universitari? cosa costruisce il futuro?

4. Un caccia F35 armato di tutto punto o 250 scuole italiane messe in sicurezza? Cosa difende meglio noi e i nostri figli?

5. Sistema ottico di puntamento di un caccia F-35 o gestione di 5 anni di raccolta differenziata per un comune di 100mila abitanti?

6. Un cacciabombardiere F35 oppure 18.500 ragazze e ragazzi in servizio civile? Scegliete voi.

7. Al costo di un cacciabombardiere F35 si potrebbe fornire indennità di disoccupazione a oltre 17.000 precari.

8. Con i soldi che si dovrebbero spendere per un singolo caccia F-35, potremmo acquistare oltre 20 treni per pendolari (12.500 posti).

Enrico PEYRETTI, Qualevita, 148

 

(continua)