Abolire la guerra
Gino Strada era (come tutti sanno) il fondatore di Emergency, una ong di medici specializzati che operano soprattutto in Paesi martoriati dalle guerre, in particolare Strada nel suo libro prende in considerazione l'Afghanistan, uno dei posti che più l'hanno colpito nei suoi tanti anni di lavoro sul campo. Come far fronte alla brutalità in zone di guerra? Agli ordigni come le mine antiuomo che mietono tante vittime innocenti? Alle bombe e ai droni che colpiscono anche gli ospedali, pur essendo dei bersagli civili e non militari? Strada non è rimasto a guardare, si è rimboccato le maniche e non ha perso occasione per gridare al mondo intero il suo NO continuo alle guerre, alla violenza di ogni tipo, alle ingiustizie perpetrate nei confronti dei più deboli e indifesi.
In fondo chiedeva una cosa sola: l'abolizione della guerra e il diritto universale alla salute. A parole tutti l'hanno osannato quando faceva comodo (illuminante a questo proposito il capitolo in cui parla della sua "nomina" a commissario straordinario della sanità in Calabria durante il periodo più duro dell'epidemia di Covid in Italia), nei fatti nessuno l'ha ascoltato (perché ha sempre detto "pane al pane" non risparmiando critiche a nessuno). Io personalmente lo considero un "santo" laico imprescindibile degli ultimi decenni, una di quelle persone che ti fanno ancora sperare nella bontà della razza umana.
Questo libro, finito e curato dalla seconda moglie Simonetta, e pubblicato dopo la sua morte, secondo me andrebbe fatto leggere nelle scuole per insegnare che significato hanno le parole etica' e "pace". "L'abolizione della guerra è un progetto indispensabile e urgente se vogliamo che l'avventura umana continui "Non è una questione di risorse che mancano, ma di scelte che non si fanno": sta tutta in queste due frasi l'eredità di Gino Strada che bisogna portare a compimento.
Chiara Lurgo
•Gino Strada, Una persona alla volta, Feltrinelli 2022.