mercoledì 25 gennaio 2023

Basta anche una sola persona

di MICHELE SERRA

La Repubblica 24/01/2023

 

A pochi passi dal Giorno della Memoria, Liliana Segre sembra sopraffatta da una comprensibile stanchezza.

«La gente non ne può più di sentir parlare di ebrei, tra pochi anni sulla Shoah ci sarà, nei libri di storia, appena una riga».

Chissà se basta a mitigare la sua amarezza dirle che, anche grazie a lei, milioni di italiani (compresi moltissimi ragazzi delle scuole) oggi sanno, su quella immane strage di innocenti, molto più di quanto si sapesse nel Dopoguerra, e poi per decenni, fino a non molti anni fa.

Cara Liliana, da bambino abitavo proprio davanti a casa tua, a Milano, e niente sapevo della tua storia e di quella di migliaia di milanesi deportati.

Non c'erano pietre di inciampo, non c'era giorno della memoria, la gente voleva solo dimenticare la guerra, lavorare, rimuovere il passato.

Ho fatto la tua stessa scuola elementare, la Ruffini, e niente e nessuno, in quella scuola, parlava dei bambini che appena vent'anni prima, da un giorno all'altro, avevano lasciato i banchi vuoti. Quando l'Equipe 84 incise Auschwitz di Francesco Guccini (1966, era la facciata B di Bang Bang), in pochi sapevamo il significato di quel nome. "Son morto ch'ero bambino, son morto con altri cento": non credo che in molti, da ragazzini, chiesero spiegazioni ai loro genitori o ai loro insegnanti.

Se anche fosse una minoranza quella che ora sa, quella che conserva memoria, è una minoranza molto larga, e molto agguerrita. Di tutte le età, e non disposta a dimenticare. Della maggioranza di ignavi, o di menefreghisti, non curarti più del necessario. La storia, da sempre, viene fatta da minoranze coscienti e attive. Tu sei l'esempio vivente di quello che può fare, in onore della verità, anche una persona sola.