giovedì 19 gennaio 2023

IL PECCATO SECONDO IL CATECHISMO ERA AL CENTRO

 Il peccato non offende Dio assolutamente in nulla

Faustino Vilabrille

Il vangelo racconta che Giovanni Battista, vedendo avvicinarsi Gesù, esclamò: “Questo è l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29).

L’idea del peccato, associata al tempo stesso a quella dell’inferno come punizione per essere una terribile offesa a Dio, è stata uno dei più grandi martelli utilizzato per secoli dalla Chiesa ufficiale per mantenere i suoi fedeli sottomessi, dominati, obbedienti e docili. Niente di più lontano da Gesù Cristo e dal suo messaggio, perché:

  • Il peccato è semplicemente il male che facciamo a noi stessi, agli altri o al creato, o il bene che non riusciamo a fare a noi stessi, agli altri o al creato.

  • Il peccato non offende Dio assolutamente in nulla.

  • Dio non ha bisogno di alcun sacrificio riparatore da parte di nessuno.

  • La morte di Gesù non è stata un’offerta a Dio per i peccati del mondo.

  • La morte di Gesù non è stata caricarsi dei nostri peccati come capro espiatorio di un essere umano offerto a Dio per riparare le gravi offese degli uomini contro Dio.

  • La morte di Gesù non è stata una vittima sacrificale richiesta da Dio per sentirsi soddisfatto delle offese degli uomini. Questo sarebbe essere un dio crudele, tiranno, giustiziere, vendicativo, sadico..., che chiede di essere espiato. Già il Salmo 40 (39) lo prediceva così: “Sacrificio e offerta non gradisci, […]
    non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato” (v. 7). Il sacrificio per il sacrificio, cioè la sofferenza per la sofferenza è assurdo: non ha senso, ha senso solo in base al servizio verso gli altri, come è stato con Gesù e con tante persone che danno il meglio di sé al servizio degli altri, e specialmente dei più poveri, malati e bisognosi.

  • L'inferno non è una vendetta di Dio, né un castigo riparatore, perché Dio non ha bisogno di essere riparato in nulla. Il timore di Dio è stato un’invenzione degli uomini. La morte di Gesù è stata un assassinio ordito dalle “autorità” religiose e politiche, in combutta contro di Lui, per aver difeso gli oppressi e denunciato gli oppressori religioso-politici del popolo, che vivevano a spese del popolo, a cui “imponevano grandi pesi senza muovere un dito per aiutarli, che banchettavano magnificamente a spese del popolo, che si facevano chiamare signori”.

Gesù dice: “chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9). Pertanto, Gesù è la vera immagine di Dio. Dio è ciò che vediamo in Gesù.

Cosa vediamo in Gesù? Preoccupazione per i malati, per gli affamati, per gli emarginati, per i deboli, per i disprezzati, per gli indifesi, per i vulnerabili.

Cosa vediamo in Gesù? Bontà, tenerezza, comprensione, perdono, fraternità, amicizia, sensibilità, delicatezza, accoglienza.

Cosa vediamo in Gesù? Fame e sete di giustizia, di pace, di uguaglianza, di solidarietà, di verità, di vita, di amore.

Cosa vediamo in Gesù? Onestà, lealtà, misericordia, nobiltà, sincerità.

Tutto questo è ciò che vediamo in Gesù. Tutto questo è ciò che noi dobbiamo essere. Gesù stesso dice: “Io sono venuto perché tutti abbiano la vita e la vita in abbondanza” (Gv 10,10). La nostra missione in questo mondo è lottare con Lui e come Lui affinché ci sia vita in abbondanza per Tutti gli Esseri Umani e per Tutta la Creazione.

Quindi eliminare il peccato del mondo è eliminare le ingiustizie, la fame, le guerre, la corruzione, la violenza, l’odio, i maltrattamenti, gli abusi, gli inganni, le menzogne, le disuguaglianze, le paure, tutto ciò che fa soffrire l’Essere Umano o il Creato. Tutti questi mali sono il peccato che Gesù è venuto a eliminare dal mondo e che ora è la nostra missione di eliminare. Credere in Gesù è seguirLo per fare in questo mondo lo stesso che ha fatto Lui.

Gesù ha sintetizzato tutto questo in un unico comandamento promulgato per la prima volta nella storia dell'umanità, che ha così formulato: “Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri” (Gv 13,34), e lo ripete: “Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri” (Gv 15,12). Dove c’è amore, non c'è bisogno di leggi. Dove non c’è amore, non ci sono leggi che valgano.

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Articolo pubblicato il 15.1.2023 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com)

Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI