martedì 3 gennaio 2023

L'ATTO D' ACCUSA

Lei e La Russa continuano a non chiedere scusa per

 quanto fatto da Mussolini e dal fascismo”


di SCIALOM BAHBOUT*

La Repubblica 30/12

Egregio direttore, molti anni fa incontrai Ignazio La Russa e Giorgia Meloni a Piazza San Silvestro e dai discorsi fatti in quella occasione ebbi l’impressione che il processo di analisi di quanto fatto dal fascismo e da Mussolini sarebbe arrivato infine a sciogliere tutti i nodi legati all’eredità del fascismo.

 Mi ero evidentemente sbagliato e illuso.

Il senatore La Russa e gli altri membri del partito Fratelli d’Italia hanno fatto delle leggi razziste emanate dal governo fascista nel 1938 il nucleo centrale della condanna di quanto fatto da quel governo.

Purtroppo, con tutto il rispetto per gli ebrei, si tratta solo della classica foglia di fico che va a giustificare atti e fatti efferati del fascismo e del suo duce Mussolini: i fascisti, La Russa e Meloni nulla hanno fatto per chiedere perdono per quanto fatto da Mussolini alle famiglie che persero i propri cari nella seconda guerra mondiale, una guerra di offesa - e non di difesa - scatenata dal fascismo e da Mussolini, con l’assenso dei Savoia.

Ricordo solo alcuni dati: 319.207 tra morti e dispersi, 320.000 tra militari feriti, congelati, mutilati ed invalidi, 621.000 tra i militari fatti prigionieri dalle forze anglo-americane sui vari fronti durante il periodo 1940/1943. In particolare, l’Italia non avrebbe dovuto partecipare attivamente a una guerra offensiva cui un altro leader fascista come Franco si era ben guardato di aderire. 

Il fascismo e Mussolini si sono comportati palesemente anche contro i principi cristiani cui dichiarano di volersi ispirare.

Rispettare la memoria dei propri genitori non ha niente a che fare con il rispettare le idee e gli atti criminosi che hanno fatto o soltanto approvato. 

Sarebbe più dignitoso rispettare la memoria in altro modo e certamente senza dare pubblicità a un fatto assolutamente privato e che tale avrebbe dovuto rimanere per una persona che svolge una funzione pubblica di rilievo come presidente del Senato.

*Rabbino