sabato 11 febbraio 2023

 

21 - DIVERSAMENTE CHIESA - maggio 2014
 



L’OMOFOBIA HA FONDAMENTO BIBLICO?

Joseph Ratzinger in Homosexualitatis Problema, 1986, scriveva: «Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. […] In Levitico 18,22 e 20,13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l’autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale. Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, san Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all’interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (1 Cor 6,9) […]

Riporto qui 1 Cor 6,9, il testo citato da Ratzinger: «Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non vi illudete; né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori, erediteranno il regno di Dio.»

Sul tema sono lieto di poter ospitare in questa rubrica il parere di don Franco Barbero:

“1) Da almeno tre secoli gli studiosi della Bibbia non si stancano di ribadire che la lettura ingenua delle Scritture giustifica la guerra, la subordinazione della donna, la schiavitù....

Il cristiano non può ricavare dalla Bibbia un codice comportamentale, immutabile e universale. La volontà di Dio va sempre colta nella storia scendendo al di sotto e al di là della crosta culturale di quel luogo e di quel particolare contesto. Una lettura senza la consapevolezza del contesto storico, dal quale e nel quale è nato uno scritto, diventa addirittura ridicola.

La Bibbia non è mai leggibile come un "assoluto disincarnato", una "legge caduta dal cielo". Senza questa premessa ognuno può trovare nella Bibbia tutto e il contrario di tutto.

2) Ratzinger ha citato Levitico 18,22 e Levitico 20, 13 (Se proseguiva con Levitico 20,14 e seguenti vedeva quanti assassinii la Bibbia ordina!!).

Il punto focale della preoccupazione biblica è che queste unioni non portano a procreare. Bisogna cogliere il forte condizionamento culturale del passo biblico in un mondo semita che non concepiva l'omosessualità, ma era largamente impegnato ad assicurare la continuità del popolo attraverso la generazione, anche per sopravvivere ad una vita tra miseria, deportazioni e guerre.

Molti studiosi della Bibbia sottolineano che questa visione, non solo proviene da una cultura che non conosceva affatto l'omosessualità come la intendiamo noi oggi a livello antropologico, ma voleva prendere distanza da alcuni culti non israelitici in cui avvenivano comportamenti omosessuali.

3) Quanto poi alla citazione di 1 Corinti 6,9 potrebbero essere utili le ricerche sul greco biblico rispetto alle traduzioni. Non è affatto sicuro che qui Paolo alluda all'omosessualità.

Ma non è questo il problema. Paolo spesso nei suoi scritti adotta i "codici dei vizi e delle virtù" che si fondano sui filoni filosofici dello stoicismo e del platonismo che disprezzavano, in modi diversi, la corporeità. In questo elenco egli non fa una riflessione specifica sull'omosessualità, ma segnala una esigenza di rottura con tutto ciò che attiene alla "corruzione".

Concludo queste mie brevi osservazioni invitando alla lettura di tutta quella enorme produzione biblica che analizza con rigore i testi citati. In ogni caso, mi permetto di segnalare la rivista internazionale di teologia CONCILIUM (1/2008).

In essa si troverà un'ampia documentazione sul tema e si potrà constatare che "estrarre dalla Bibbia dei versetti per condannare l'omosessualità" è un'operazione manipolatrice delle Scritture perché priva di intelligenza critica e priva degli strumenti del metodo storico-critico”.

 

Intanto a Torino le sentinelle anti-gay occupano le piazze in silenzio, con un libro in mano protestano contro la legge che punisce l'omofobia e si battono contro il disegno di legge Scalfarotto per il contrasto dell'omofobia. Il guaio è che l'arcivescovo e la curia non hanno lasciato mancare il loro appoggio e la pubblicità sul sito. Insomma... il tempo delle crociate non è ancora finito.


(continua)