lunedì 27 febbraio 2023

 

37 - DIVERSAMENTE CHIESA  - novembre 2015



 LA SCOSSA

In una lettera aperta alla Città di Roma il cardinal Vallini, Vicario del Papa per la Diocesi romana, auspica che Roma sia «stimolata a rinascere, ad avere una scossa», a «ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti».

Scrive Mario Staderini, Cittadino di Roma ed ex segretario di Radicali italiani (Il Manifesto, 13 ottobre): «Una scossa? Cardinal Vallini, mi permetta di essere franco: dove era lei, dove erano i suoi predecessori, dove era il Vaticano mentre Roma veniva ridotta in macerie, come ha scritto l’Osservatore Romano? Dove eravate quando, per gli interessi di pochi, si moltiplicavano quartieri privi di infrastrutture, scuole e trasporti, creando degrado ed emarginazione? Quando il debito comunale cresceva a dismisura per soddisfare la fame dei potenti di turno e nutrire le clientele di ogni colore? Dove era la Chiesa dell’Urbe mentre Mafia Capitale rubava i soldi destinati all’assistenza ai più deboli, mentre l’emergenza abitativa lasciava decine di migliaia di famiglie senza casa e sotto sfratto? Quando si azzeravano i fondi per i disabili, l’ambiente, la cultura?».

Staderini così continua: «Purtroppo, noi romani sappiamo dove eravate. Vi abbiamo visto a braccetto con molti di coloro che stavano “saccheggiando” Roma, dando a politici, dirigenti, giornalisti quegli appartamenti di pregio che tanti fedeli avevano donato per fini di carità. Vi abbiamo visto ottenere autorizzazioni per trasformare storici conventi in alberghi, salvo poi in molti casi non voler pagare le tasse come i comuni mortali. Vi abbiamo visto chiedere e ottenere terreni comunali per costruire, anche con i nostri soldi frutto del truffaldino sistema dell’8 per mille, 50 nuove chiese. E voi le avete fatte con gli interni sacri firmati Bulgari. Vi abbiamo visto sfruttare i privilegi del Concordato per impedire ai vigili di accertare gli abusi denunciati in zone extraterritoriali (come avvenne per la sede del Vicariato), arrivando a sfregiare col cemento l'area della Basilica di San Paolo. Non avete smesso di rivendicare privilegi nemmeno sui permessi Ztl, solo per voi disponibili senza limite e con uno sconto superiore a quello dei residenti nel centro storico. Per non parlare dei soldi pubblici drenati per beatificazioni e grandi eventi, senza versare un euro dei tanti che, a vario titolo, incamerate. In questi anni, però, avete gestito il turismo a ogni livello, utilizzando la società del trasporto pubblico per avviare il business dei bus a due piani, lasciando a noi traffico e inquinamento».

Ricordati poi «gli strali e gli anatemi lanciati contro il registro delle unioni civili e quello dei testamenti biologici» e «che fu il Vicariato a negare i funerali a Piergiorgio Welby senza mai ammettere di avere sbagliato», Staderini conclude: «La scossa, Cardinal Vicario, iniziate a darla a voi stessi. Ad esempio restituendo ai romani le decine di milioni di tasse non pagate al Comune dalle strutture ricettive degli enti religiosi e magari chiarendo se l’Opera Romana Pellegrinaggi, ente del Vicariato, esiste per fare concorrenza agli operatori del turismo italiano oppure per prendersi cura delle anime dei pellegrini».

Le parole di Staderini rendono giustizia della parte avuta dal Vaticano nella crisi della “Città Eterna”. Alla luce di quanto egli dice, suona perlomeno strano, per non dire colpevole, che il Vaticano abbia puntato il dito, (leggasi: assestato il colpo di grazia) contro il sindaco Marino contribuendo a determinarne le dimissioni.

 

C’È AMORE E AMORE

Ero in San Giovanni, domenica 27 settembre, quando si festeggiavano i 40, 45, 50, 55 (e oltre) anni di matrimonio di più di sessanta coppie, celebrazione replicata poi domenica 25 ottobre per i 25, 30 e 35 anni. Sotto la grande cupola, insieme a molti battimani, la parola “amore” è riecheggiata almeno cento volte nelle preghiere, nei canti, nell’omelia, l’amore coniugale come parte dell’AMORE di un Dio accogliente che benedice l’unione di due persone.

Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché, secondo lor signori, Dio accoglie tutti, ma bisogna essere sposati, non si deve aver fallito un matrimonio e ripresentarsi per una nuova unione, non si devono amare persone del proprio sesso, non si deve amare una persona se si ama la Chiesa al punto da dedicarle la vita nel sacerdozio. L’amore di Dio sarebbe dunque molto selettivo; io non lo credo. Credo piuttosto che la Chiesa abbia costruito steccati che celano la vita reale delle persone dietro a leggi del diritto canonico per nulla evangeliche che creano molta sofferenza, dimenticando che “il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Mc 2,27-28).

È troppo chiedere alle chiese locali, a contatto con la vita vera della gente, un po’ di coraggio? Bene la festa degli sposi, a quando una BENEDIZIONE DELLE COPPIE OMOSESSUALI?


(continua)