Internazionale del 24/02/2023
Nessun sostegno
per uscire dalla crisi
Le Nouvelliste, Haiti
La comunità internazionale non fa nulla davanti al peggioramento della situazione economica e sociale di Haiti, ormai in mano alle bande criminali. L’editoriale del principale giornale del paese
Il 17 febbraio Jocelyn Ulysse, segretario generale dell’associazione degli imprenditori di Saint-Marc, ad Haiti, ha detto a una radio locale che la situazione nel dipartimento dell’Artibonite è molto grave. La zona è isolata, perché le bande criminali bloccano una strada importante, quella di Canaan. L’interruzione delle operazioni di polizia, dopo che sei agenti sono stati uccisi a Liancourt il 25 gennaio, ha peggiorato la situazione degli abitanti dell’Artibonite. Anche l’ospedale della Chapelle è stato costretto a chiudere. La situazione descritta da Ulysse è la stessa in tutte le zone del paese e coinvolge molti settori della società.
Già molto prima dell'Artibonite i dipartimenti dell'Ovest e del Sud
hanno pagato a caro prezzo il fatto che le bande criminali controllino
diversi assi stradali e quartieri: a mano a mano che queste si
rafforzano e si impadroniscono del territorio la vita degli haitiani si
complica. I comparti sani dell'economia stanno morendo. Il governo ha
eliminato le sovvenzioni sui prodotti petroliferi, ma ha dimenticato di
renderli disponibili nelle stazioni di servizio ai prezzi ufficiali. Il
mercato nero del carburante prospera sotto gli occhi delle autorità.
Intanto il gourde haitiano si svaluta rispetto al dollaro, facendo
esplodere i prezzi dei generi di prima necessità, che scarseggiano. I
salari in gourde perdono valore e molti haitiani sono in difficoltà. Per
non parlare della quotidianità di chi già viveva in povertà.
Le conseguenze della crisi sul sistema educativo sono evidenti. In
alcune regioni le scuole hanno aperto solo all'inizio di gennaio. Con il
clima di terrore imposto dalle bande criminali nei comuni del
dipartimento dell'Artibonite, nei dintorni di Pétion-Ville e in altre
zone dell'isola la scuola funziona solo occasionalmente.
E' una violazione del diritto dei bambini e delle bambine a
un'educazione di qualità. E di certo rafforzerà anche l'abbandono
scolastico, che già è un problema grave ad Haiti.
La crisi del paese, di cui parlano spesso rapporti e articoli sui
giornali internazionali, è stata all'ordine del giorno del vertice della
Comunità caraibica (Caricom) dal 15 al 17 febbraio, dopo che ne hanno
discusso anche le Nazioni Unite e l'Organizzazione degli stati
americani. Ma per l'ennesima volta le conclusioni serviranno a poco. Le
potenze della regione, gli Stati Uniti e il Canada, hanno prescritto ad
Haiti gli stessi rimedi di sempre, nonostante il peggioramento della
situazione: qualche milione di dollari di aiuti umanitari, annunci di
sostegno insignificanti alla politica e sanzioni contro alcune
personalità sospettate di finanziare le bande criminali. Nessuna misura
concreta per sconfiggere queste organizzazioni, nessun messaggio di
speranza per le vittime dirette e indirette di questa situazione di
pericolo e nessuna azione che possa migliorare la vita degli abitanti.
E' evidente che spetta solo agli haitiani trovare una via d'uscita a
questa crisi. Le autorità e l'opposizione hanno capito la lezione?
Da sapere
Arresti negli Stati Uniti
La crisi di Haiti è precipitata dopo l'omicidio del presidente Jovenel Moise,
ucciso da un commando armato la notte tra il 6 e il 7 luglio 2021 nella
sua casa di Port-au-Prince. Il 17 febbraio 2023 quattro persone sono
state arrestate in Florida, negli Stati Uniti, con l'accusa di aver
partecipato all'operazione. Undici persone sono già detenute nel paese
per il coinvolgimento nell'omicidio. Altre 40, di cui 20 mercenari
colombiani, sono state arrestate e sono in carcere a Haiti.