PACE E BENE A VOI AMICHE E AMICI.
Sono stato ispirato a questa scelta del pellegrinaggio, del mettersi in cammino perché a me sembra che oggi siamo noi il popolo che necessita di uscire dal nostro Egitto e ritornare dalla nuova Babilonia. Consapevoli di metterci in cammino senza lasciarci prendere dalla paura, nell’attraversare il deserto, senza rassegnarci alle lamentazioni babilonesi e con tutto quello che concerne la vita del momento. Sappiamo però che non saremo soli e abbandonati, e la meta è il raggiungimento della terra promessa, una terra che si chiama libertà, liberi di amare indistintamente. E’ il Dio che ci chiama a metterci in cammino, il Dio che ama per primo di un amore libero e liberante, e questo amore è la nostra garanzia, la nostra sicurezza.
L’invito alla preghiera di stasera è di accantonare i nostri problemi, le nostre preoccupazioni, i nostri bisogni e con il cuore e con la mente farci prossimo ai sofferenti di tutto il mondo senza alcuna distinzione. Facciamo rete con l’energia dello Spirito unificante e preghiamo per tutta l’umanità e per le comunità perseguitate a causa della loro fede e del loro credere nell’amore che unisce e rigetta il male.
Cantico del pellegrinaggio.
Salmo 124
E’ una preghiera che i pellegrini facevano ricordando le persecuzioni subite un tempo e quelle in corso nella diaspora.
Anche oggi, nei paesi di tutto il mondo, i cristiani sono perseguitati e non solo loro, sono osteggiati, perseguitati per la fede e gli ideali in cui credono e che in essi trovano il senso, lo scopo alla loro vita. In comunione con questi nostri simili e con tutte le comunità, facciamo nostra l’invocazione di pace del salmista.
Chi ha messo la sua fiducia nel Signore è come un uomo saggio e prudente che ha costruito la sua casa sulla roccia: la persecuzione non lo trova impreparato.
Il Signore è fonte di coraggio e fedeltà, con la sua presenza forte e discreta,
per ogni uomo e donna ingiustamente accusati e per le comunità ancora oggi perseguitate.
Non restino, Signore, a lungo nella prova perché nessuno sia costretto a cedere
ai compromessi e progetti di morte di regimi fondati sulla violenza.
Sostieni, Signore, con forza chi lotta e non tace,
chi è in carcere e chi paga con vita; ma i torturatori e i sicari prezzolati avranno la loro ricompensa.
E sia pace per le comunità e per tutti i perseguitati del mondo!
Il nostro pensiero di amore e di vicinanza, attraverso la rete unificante dello Spirito, li rinfranchi e dia a tutti loro la gioia della liberazione, perché diventi anche per noi la nostra liberazione, che ci fa uscire dal nostro piccolo mondo, e sia la gioia che sprigiona da questo salmo.
Cantico del pellegrinaggio
Salmo125 Ringraziamento degli esuli per il ritorno da Babilonia. La libertà è un dono troppo grande per rinunciarvi a causa dei prezzi da pagare per essere e restare liberi. Il salmista invita anche noi ad accompagnarci a chi intraprende il cammino della liberazione anche se ci costa molto.
Quando il Signore ci ha fatto incontrare, avviandoci su un cammino di liberazione, ci è sembrato di vivere un sogno irrealizzabile.
Il nostro cuore si è riempito di gioia, le nostre labbra di preghiera riconoscente.
Gli amici hanno constatato con noi: “Dio vi ha fatto un grande dono!”.
Sì, è proprio un dono stupendo quello che Dio ci sta ancora facendo. E’ una gioia indescrivibile.
Continua, Signore, a suscitare, come ondate di piena di un fiume, uomini e donne che cercano liberazione pagandone il prezzo del riscatto.
Chi accetta la fatica di seminare, di coltivare la sua vita all’amore, suda su arida terra e il suo andare è lento e incurvato.
Ma il ritorno è a passo di danza, il raccolto una festa di gioia cche dà gusto e pienezza alla vita.
Siamo certi e fiduciosi che c’è la quiete dopo la tempesta. Se non ci è dato il tempo di vedere il sorgere della nuova luce del sole, anche se desideriamo e ci auguriamo di poterla vedere, ci sia di consolazione il pensiero che ci saranno quelli che la vedranno, i figli, i nipoti, augurando a loro una vita migliore, più umana dopo questa dura prova. Il potere dell’uomo può sopprimere la vita, ma non distruggerla.
24 febbraio, Luigino