Per l'ONU la Siria non esiste
Il Fatto Quotidiano del 27/02/2023
Siria - Vittime due volte: del sisma e dei mancati aiuti dell'Onu
di Fabio Sciuto
Ci
sono voluti otto giorni dopo il più grave terremoto del secolo per far
arrivare – col contagocce – i soccorsi in Siria. Nel Paese devastato da
12 anni di guerra civile, il sisma ha ucciso circa 6.000 persone, una
stima certamente in difetto, e circa un milione di siriani si è aggiunto
agli altri milioni di sfollati per il conflitto. Le Nazioni Unite ci
hanno messo quasi 20 giorni per ammettere di non essere riuscite a
venire in aiuto dei residenti del nord della Siria. Il sottosegretario
Onu per gli affari umanitari Martin Griffiths, ha ammesso che le Nazioni
Unite hanno "finora deluso la popolazione del nord-ovest della Siria.
La gente si sente abbandonata, ha bisogno di aiuti che non sono
arrivati. Il mio dovere è correggere questo errore il più velocemente
possibile". L'ammissione del fallimento da parte dell'ONU è apparso
troppo poco e troppo tardivo a Salem Al-Meslet, capo della Coalizione di
opposizione siriana, che ha respinto con forza le scuse. "Abbiamo
chiesto all'Onu di mandare subito aiuti oltre confine", ha spiegato
Meslet. "Prima l'Onu ha ritardato gli aiuti e poi è andato solo nelle
aree controllate dal regime".
L'opposizione siriana accusa la
comunità internazionale: solo 500 vittime del terremoto si trovavano
nelle aree controllate dal regime del presidente siriano Bashar Assad
eppure ha ricevuto tutta l'assistenza araba e dell'ONU, nelle aree sotto
il controllo dell'opposizione, ci sono state più di 5000 vittime eppure
non hanno ricevuto nulla. Nelle aree in mano all'opposizione quasi un
milione di persone ha subito gli effetti devastanti del terremoto,
mentre nelle aree controllate dal regime sono state un quinto di questa
cifra. Non sono arrivate attrezzature o squadre di soccorso, né
attrezzature mediche o tende. Gli aiuti umanitari sono stati
inesistenti. Il regime ha approfittato del disastro per attivare gli
sforzi per la sua normalizzazione internazionale e per chiedere la
revoca delle sanzioni contro il regime che - stando a Damasco stanno
bloccando l'arrivo degli aiuti - anche se per USA, UE e Onu le sanzioni
non ostacolano la fornitura di aiuti umanitari.