mercoledì 19 aprile 2023

LA VITTORIA DEI DIRITTI

 LA VITTORIA DEI DIRITTI


Luigi Manconi La Stampa 19/4

Ieri la Corte costituzionale si è pronunciata a proposito della vicenda giudiziaria dell'anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis. Nella sentenza si afferma l'illegittimità del quarto comma dell'articolo 69 del Codice penale «nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva, nei casi in cui il reato è punito con la pena dell'ergastolo». Secondo la Consulta, proprio «il carattere fisso» della pena dell'ergastolo richiede che il giudice valuti «caso per caso se applicare quella pena, oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva».
Al di là del linguaggio tecnico la Consulta ha stabilito, in buona sostanza, che Cospito debba beneficiare delle garanzie e dei diritti riconosciuti a tutti gli imputati, superando il vincolo dell'automatismo rappresentato dalla qualificazione del suo reato come strage contro la personalità dello Stato con conseguente pena dell'ergastolo.
Il giudice, di conseguenza, potrà considerare come attenuante la relativa «tenuità del fatto» tenuto conto che gli ordigni esplosivi contro la caserma degli allievi Carabinieri di Fossano non avevano prodotto alcuna vittima e avevano provocato solo lievi danni. La decisione della Corte costituzionale arriva dopo 180 giorni di sciopero della fame di Cospito: ma sarebbe sciocco e, soprattutto, offensivo nei confronti del nostro più alto "Giudice delle leggi" pensare che essa sia frutto di un «ricatto umanitario». Una sorta di pressione indebita ottenuta attraverso il cinico utilizzo del proprio corpo.
L'imparzialità della Consulta è uno dei beni più preziosi del nostro sistema democratico e c'è da credere che, anche in questo caso, abbia operato solo ed esclusivamente in nome del diritto: e del primato di quest'ultimo su ogni altra considerazione e su ogni altro interesse. E questo può rappresentare un insegnamento per lo stesso Cospito, se lo vuole. Il "regime" contro cui si batte presenta mille criticità e altrettante ingiustizie. Ma è un sistema dove anche un "refrattario" (l'Adunata dei refrattari era il titolo di un giornale anarchico di New York), condannato per reati molto gravi, può trovare, infine, il riconoscimento dei propri diritti. Un'ultima considerazione: ancora una volta la Consulta critica l'ergastolo quando si concretizza in una pena rigida e "fissa". C'è da riflettere. —