giovedì 27 luglio 2023

IL POPOLO DI DIO HA ANCORA BISOGNO DI BUONI PASTORI, UOMINI E DONNE

 ADISTA - 20 maggio 2023

Il gregge ha bisogno di buoni pastori
ANNO A 18 giugno 2023 XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Es 19,2-6a Sal 99 Rm 5,6-11 Mt 9,36-10,8

Commento al Vangelo tratto da libro di Dietrich Bonhoeffer, “Sequela” (Ed. Queriniana, 1997)

Lo sguardo del Salvatore si rivolge misericordioso al suo popolo, al popolo di Dio. Non poteva 
bastargli che alcuni pochi avessero udito la sua chiamata e si fossero messi alla sua sequela. 
Non poteva pensare di costituire con i discepoli un gruppo aristocraticamente selezionato, per comunicare loro, a somiglianza dei grandi fondatori di religioni, gli insegnamenti di una più 
alta conoscenza e di una più perfetta condotta di vita, nella separatezza dalla moltitudine del popolo. Gesù era venuto, lavorava e pativa per l'intero suo popolo. E i discepoli, che volevano 
averlo per sé soli (...) sono costretti a riconoscere che Gesù non si lascia limitare da loro nel suo servizio. Il suo vangelo del regno di Dio e la sua forza di salvezza appartenevano ai 
poveri e ai malati, quando li incontrava tra il suo popolo.
La vista della moltitudine del popolo, che forse suscitava nei discepoli avversione, ira o disprezzo, 
riempiva il cuore di Gesù di profonda misericordia e pena. Nessun rimprovero, nessuna accusa! 
Il popolo caro a Dio era bistrattato, a terra, e la colpa di tutto questo ricadeva su coloro cui spettava il compito di assicurargli il servizio di Dio. (...). Non c'erano più pastori! Un gregge che 
non è portato all'acqua fresca, che rimane assetato, pecore che nessun pastore difende più dai lupi, 
angariate e ferite, spaventate e impaurite sotto il duro bastone dei loro pastori, prostrate a terra: 
era questo lo stato del popolo di Dio che Gesù si trovava davanti. Domande senza risposta, bisogni senza aiuto, coscienza angosciata senza liberazione, lacrime senza consolazione, peccato 
senza remissione! Dov'era il buon pastore di cui aveva bisogno questo popolo? Di che aiuto gli era la presenza di dottori della legge che con durezza costringevano il popolo a frequentare le 
scuole, mentre gli zelatori della legge condannavano duramente i peccatori senza aiutarli? (...) 
Che importanza hanno i dottori della legge, i devoti della legge, i predicatori, se alla comunità mancano i pastori? Il gregge ha bisogno di buoni pastori.
Ora non c'è tempo da perdere. Gesù cerca aiuto. Non può svolgere da solo questa opera. 
«E chiamati a sé i dodici suoi discepoli, diede loro potere sopra gli spiriti immondi per cacciarli 
e guarire ogni malattia e infermità».
Il Padre ha rivelato al Figlio la sua volontà. Gesù Cristo chiama i suoi dodici discepoli e li manda 
per il raccolto. Egli li trasforma in "apostoli", suoi messaggeri e collaboratori. «E diede loro 
potere»: in effetti, è di questo potere che qui si tratta. Gli apostoli non ricevono solo una parola, una dottrina, ma un potere efficace.
«Andate e predicate dicendo: Il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, cacciate i demoni».
Il messaggio e l'attività dei messaggeri non sono affatto distinti da quelli dello stesso Gesù Cristo. 
Ad essi è stato dato di aver parte al suo potere. Gesù ha comandato di annunciare l'inizio del regno dei cieli e di indicare i segni che danno forza a questo messaggio. Gesù ha comandato di 
guarire i malati, di mondare i lebbrosi, di resuscitare i morti, di scacciare i demoni! L'annuncio diviene un evento, e l'evento testimonia l'annuncio.
«Gratuitamente avete ricevuto. Gratuitamente date!». Fate vedere con chiarezza che, con tutte le ricchezze che avete da distribuire, non aspirate per voi né al possesso, né al prestigio, né al 
riconoscimento e neppure alla gratitudine! Del resto, su che cosa potreste fondare la pretesa a 
tutto questo? Qualsiasi onore venga tributato a noi, è da noi sottratto a colui al quale esso veramente spetta, al Signore, che ci ha inviato. La libertà dei messaggeri di Gesù deve dimostrarsi nella loro povertà. Non devono farsi notare come mendicanti, con vestiti laceri, pesare sugli altri come parassiti. Ma devono presentarsi con il vestito da lavoro della povertà. 
Devono avere con sé quel poco che uno ha con sé quando si mette in cammino nella certezza che a sera troverà alloggio presso amici che lo accoglieranno e penseranno a dargli il nutrimento 
necessario. In effetti questa fiducia non deve essere fondata sugli uomini, ma su colui che li ha mandati, e sul Padre celeste, che si prenderà cura di loro. 
In tal modo renderanno credibile il messaggio che annunciano, cioè l'inizio della signoria di Dio in Terra.