giovedì 19 ottobre 2023

Cade il tabù: arabi contro Hamas

 

NON È UNA PRESA di posizione solitaria quella del celebre giornalista kuwaitiano, in esilio, Jasem Aljuraid, che ha scritto un tweet diventato subito virale, in cui si legge: "Sono kuwaitiano e sono al fianco di Israele".

 

L'invasione sanguinaria dei miliziani di Hamas nel sud di Israele sembra aver rotto il tabù secolare che imprigionava i cittadini dei Paesi arabi: sostenere senza se e senza ma le iniziative di Hamas e dei movimenti armati contro Israele. Uno dei motivi lo spiega via X lo stesso reporter: "Ogni kuwaitiano che dimentica il tradimento della leadership palestinese nei confronti del proprio popolo è ignorante. La mia solidarietà va al popolo palestinese e israeliano. Vogliamo sradicare Hamas e l'Olp". Secondo Aljuraid "queste persone hanno perso la capacità di gestire gli interessi dei palestinesi. La povertà lì è diffusa mentre i loro leader hanno beni valutati in miliardi".

Giornalista indipendente con 61.000 follower, Aljuraid è una figura di spicco nel mondo arabo grazie alle sue opinioni critiche nei confronti dei regimi dittatoriali. Per questo motivo è stato costretto a fuggire dal suo Paese e a vivere come rifugiato politico in un Paese di cui non ha rivelato l'identità. Il post di Aljuraid è il più ritwittato tra i sostenitori di Israele nel mondo arabo ed è stato visto più di un milione di volte. Majed al-Hassan, un dottorato e ricercatore in politiche pubbliche con 72.000 follower commenta: "Sono d'accordo con te sulla seconda parte del post! I leader di Hamas e le loro famiglie residenti in America, Canada, Europa e Qatar vivono come dei re. I poveri di Gaza vengono bombardati". La normalizzazione dei rapporti tra alcuni Paesi arabi e Israele inaugurata con gli accordi di Abramo e la familiarità con persone di religione ebraica hanno incoraggiato alcuni utenti a esprimere le proprie opinioni online. Non si tratta però solo di un cambiamento geopolitico questa avversione degli arabi nei confronti delle gesta di Hamas. Molti sono rimasti inorriditi dai video che mostrano il rapimento di donne e bambini israeliani. Una parte dell'opinione pubblica araba rifiuta di accettare il massacro e il rapimento indiscriminato di civili come mezzo di lotta e resistenza. In un altro tweet Sheikh Yasser al-Habib, uno sciita kuwaitiano con 13.000 follower ha tuonato: "Dove è finita l'etica della guerra?" Fino a sabato, la maggior parte degli utenti dei social nel mondo arabo giustificava la necessità dei palestinesi di lottare per i propri diritti e chiedeva di includerli come parte del potenziale accordo di normalizzazione dell'Arabia Saudita con Israele (tassello fondamentale per concluderli proficuamente). In seguito alla offensiva di Hamas ora sono in tanti a chiedersi cosa significhi davvero resistere a Israele. L'attivista del Bahrein (paese satellite di Ryad) Shaheen Aljenaid via Tiktok e X afferma che l'azione di Hamas è stata "un atto di terrorismo e una distorsione dell'immagine dell'islam e dei musulmani".


Roberta Zunini

Il Fatto Quotidiano, 10 Ottobre 2023