IL SINODO VERSO LA CONCLUSIONE. ANZI NO: TUTTO RIMANDATO A OTTOBRE 2024
Il documento di sintesi, alla fine dei lavori del Sinodo che si tiene questo mese in Vaticano "sarà un testo relativamente breve, e sarà un testo transitorio, basato sull'esperienza dell'assemblea e che terrà conto degli argomenti sui quali c'è consenso e sui quali c'è disaccordo. È quanto ha tenuto a precisare il pretetto del Dicastero per la comunicazione del Vaticano, Paolo Ruffini, nel briefing con ii giornalisti del 18 ottobre. «Non avrà la forma di un documento finale né sarà l'lnstrumentum Laboris per il prossimo Sinodo" Che si terrà nell'ottobre 2024, ha aggiunto. Come dire, tanto rumore per nulla? Quasi. In sostanza la prima delle due fasi conclusive in cui è articolata l'assise in corso in Vaticano, avrà un carattere sostanzialmente interlocutorio, la discussione di queste settimane dovrà essere infatti riportata nelle Chiese locali che, a loro volta, si esprimeranno sui temi affrontati, avanzeranno proposte, consensi e dissensi, e fra un anno si arriverà a una deliberazione definitiva. Nel frattempo, entro il 21 ottobre, si chiuderà il confronto nei circoli minori per passare, dal 23 al 28 ottobre, alla fase conclusiva di questa prima sessione, quella delle proposte, appunto. Intanto l'assemblea ha già deciso di pubblicare una lettera rivolta a tutto il popolo di Dio che sarà discussa e votata nella giornata del 23 ottobre, il 24 sarà invece un giorno di pausa.
Un percorso a ostacoli
Quindi i lavori, secondo il calendario aggiornato diffuso dalla Segreteria del sinodo proseguiranno nel seguente modo: «l partecipanti si ritroveranno mercoledì 25 ottobre per la presentazione e consegna dello schema della Relazione di Sintesi da parte del relatore generale (il card. Jean Claude Hollerich, ndr). Il testo sarà oggetto prima di lettura personale e successivamente discusso
in Congregazione Generale e nei Circoli Minori, per l'elaborazione di "modi" (le singole proposte, ndr), nel pomeriggio di mercoledì e nella mattinata di giovedì 26 0ttobre. Quindi «nel pomeriggio di giovedì 26 ottobre, i partecipanti si riuniranno in congregazione
generale per la raccolta delle proposte su metodi e tappe per i mesi tra la prima e la seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi». Il 27, stop ai lavori e tutti i partecipanti sono invitati a prendere parte alla preghiera per la pace in piazza San Pietro alle ore 18; il giorno dopo, il 28, nuove riunioni delle congregazioni generali, sia la mattina che il pomeriggio, dove verrà data lettura della relazione di sintesi quindi si procederà alla sua approvazione, il 29 si svolgerà la messa conclusiva del sinodo nella basilica di San Pietro. Infine, appuntamento al 2024.
Un percorso, come si vede, abbastanza farraginoso, il cui scopo è raggiungere il più ampio consenso possibile sul documento che chiuderà il sinodo nell'ottobre del prossimo anno. Vedremo dunque fra una decina di giorni se la montagna avrà partorito il classico topolino rimandano ogni nodo controverso al discernimento delle Chiese locali, o se qualcosa di concreto uscirà comunque fuori.
Non si parla di unioni omosessuali
Di certo il prefetto per la Comunicazione si è assunto l'onere di fare il pompiere, preventivamente, di fronte alla possibilità che esca dall'assise qualche novità clamorosa. La questione delle benedizioni per le coppie omosessuali, per esempio, ha detto Ruffini, «non è il tema centrale della nostra conversazione. Se voi pensate - ha detto rivolgendosi ai giornalisti che chiedevano lumi in proposito - che si sta discutendo primariamente di questo, non è così. Si è parlato, conversato molto di più del tema della formazione, del tema del rapporto tra ministero ordinato e ministeri non ordinati, di che cos'è il ministero ordinato, di che cos'è l'opzione per i poveri, di come il colonialismo può aver provocato delle ferite, di come si può evangelizzare le culture partendo dalle culture», «Stiamo parlando più di questo: anzi direi che non è il tema del Sinodo la benedizione delle coppie omosessuali», ha affermato il capo dicastero per la comunicazione vaticana. «Se ne può accennare - ha aggiunto - in un altro senso: cioè se siamo tutti figli di Dio, se la Chiesa è chiamata a testimoniare il Vangelo a tutti e non soltanto ad alcuni. Stiamo parlando del modo in cui la Chiesa è "una", del modo in cui la Chiesa è accogliente, inclusiva, del modo in cui a volte inavvertitamente noi ci ergiamo su un piedistallo e magari inavvertitamente feriamo gli altri per il clericalismo, che può essere - è stato detto - tanto dei laici quanto dei chierici», «È più questo di cui stiamo discutendo», ha detto ancora Ruffini. «Il tema della sinodalità è quello centrale - ha proseguito -, cioè il modo in cui la Chiesa riscopre la sua chiamata alla comunione secondo il Vangelo.
(Adista, 28 OTTOBRE 2023)⁸