Cosa vuole la Cina
Negli Stati uniti, repubblicani e democratici divergono pressoché su tutto. Tranne quando si parla di Cina: allora, la linea «dura» cancella ogni divisione. In Francia, l'allineamento del Quai d'Orsay alla posizione di Washington formalizza la rottura con Pechino. Ma in cosa consiste esattamente la minaccia che la Cina farebbe incombere sull'occidente?
I discorsi dominanti sulla Cina si fondano sulla convinzione che il paese stia tentando di sovvertire «l'ordine internazionale» per istituirne uno nuovo, a propria immagine. Per farlo, Pechino starebbe sviluppando pazientemente una «grande strategia», la sua roadmap verso il potere mondiale», secondo il politologo David B.H. Denoon.
Michael Pillsbury,membro dell'ultra-conservatrice Heritage Foundation e regista della politica dell'ex presidente Donald Trump nei confronti della Cina, ritiene che la <«strategia segreta» di Pechino sia stata definita nel 1949, data di proclamazione della Repubblica popolare, e che sia stata approntata lungo tutto il secolo...
Questa prospettiva preoccupa ancor più perché sarebbe pilotata-a volte addirittura immaginata - da un autocrate solitario: «Xi Jinping, il rerosso» (Les Echos, Parigi, 1° luglio 2021), le cui «ambizioni per la leadership mondiale diventano sempre più evidenti» (Nikkei Asia, Tokyo, 16 ottobre 2023). Un uomo ben determinato a «rimodellare il mondo» (Cable News Network, 10 novembre 2023), in particolare grazie alla nuova via della seta, «la prima tappa della strategia cinese» (Nikkei Asia, 16 ottobre 2023). Il progetto, lanciato il 7 settembre 2013 da Xi, - inizialmente One belt,one road (Obor, «Una cintura, una strada»),diventato Belt and Road Initiative (Bri, Iniziativa cintura e strada) e, infine, nuova via della seta - vivacchia per diversi anni prima che Pechino ne illustri la filosofia generale, il 28 marzo 2015: «Rafforzare la connettività regionale e costruire un radioso futuro condiviso (2)», soprattutto per mezzo di prestiti, senza condizioni politiche destinate alla costruzione di infrastrutture, per uno stanziamento valutato attorno ai 1.000 miliardi di dollari…
(Renaud Lambert, Le Monde Diplomatique)