Evangelici e cattolici di base in una stagione di speranze: l’impegno di Marcello Vigli, scomparso da pochi giorni, nel tentativo di costruire una società migliore
Il 2 maggio scorso è morto Marcello
Vigli, un cattolico di base. Ma per un lungo periodo è stato un
prezioso interlocutore di un evangelismo che nei primi anni ’70 decideva di
costruire una feconda collaborazione di fede e politica con l’allora nascente
movimento dei cattolici delle Comunità di base. L’agenzia stampa Adista lo
ricorda come un militante determinato, inflessibile sui temi della laicità e
della lotta al Concordato.
Combattere il Concordato per lui significava combattere
quei privilegi che ponevano la Chiesa cattolica in una posizione di potere
economico e politico. Solo l’abolizione del Concordato poteva a suo giudizio
dare nuova linfa e vera libertà alla Chiesa di Gesù e al suo messaggio
liberatore.
Perché ricordarlo su Riforma? Perché insieme ad alcuni cristiani
di base, come Giovanni Franzoni, Filippo Gentiloni e Gianni Novelli, Luigi
Sandri, solo per citarne alcuni, della Comunità di base di San Paolo a Roma,
erano l’espressione di una vasta rete di comunità di base di tutta Italia. Ma
soprattutto perché hanno fondato con un gruppo di protestanti, animati
da un’intuizione di Giorgio Girardet il settimanale Com –
Nuovi Tempi, (dalla fusione del periodico di area cattolica Com e
dell’evangelico Nuovi tempi), un’iniziativa coraggiosa
che puntava su un rinnovamento dei cristiani, per renderli attenti ai temi che
una società in rapida proponeva. Erano i primi anni ’70. Io in quegli anni ero
una giovane protestante e seguivo, talvolta non senza difficoltà e loro
discussioni e ragionamenti. E imparavo.
Marcello Vigli, professore di storia e filosofia nei
licei, insieme laico e cattolico, era decisamente contrario a ogni forma di
clericalismo e intolleranza. Personalmente lo ricordo sempre pronto al dialogo,
sempre pronto a discettare in interventi talvolta troppo lunghi. Insomma, da
bravo insegnante di storia e filosofia era un polemista raffinato e deciso, ma
aperto al confronto.
Io oggi lo vorrei ricordare per fare memoria. Per ricordare la determinazione con cui dei cattolici e
dei protestanti insieme, a partire dagli anni ’70, hanno avuto l’apertura
mentale di decidere di unire le loro voci per contribuire a costruire – insieme
ad altri – una società italiana diversa. Di quella stagione Vigli è stato uno
degli ultimi testimoni. Nel mondo protestante siamo rimasti in pochi a
ricordare quegli anni.
Oggi nei confronti di Vigli e di tutti gli altri,
cattolici e protestanti, che animarono Com – Nuovi tempi ho un grande
debito di riconoscenza; mi hanno insegnato molto, soprattutto mi hanno
insegnato a cercare, a non fermarmi alla prima spiegazione e a essere sempre
critica rispetto al potere; mi hanno insegnato a collaborare con gli altri per
costruire speranze. Un altro mondo è possibile e richiede il nostro impegno
ogni giorno anche se, come sapeva Ettore di Troia, si combatte anche se si sa
che si può perdere. Ma non sempre e non per sempre.
Gianna Urizio (www.riforma.it)