domenica 2 giugno 2024

    A partire da oggi, pubblicheremo in cinque parti (fino a giovedì 5 giugno) un articolo, lungo ma interessante, scritto da Jonathan Haidt e tradotto in italiano su “Internazionale” del 03/05/2024.

    Ecco la prima parte dell’articolo

Un’infanzia al telefono (parte 1 di 5)

All’inizio degli anni dieci del duemila qualcosa improvvisamente è andato storto per gli adolescenti. Ormai conoscerete le statistiche: secondo molti studi dal 2010 al 2019 negli Stati Uniti il tasso di depressione e ansia, abbastanza stabile negli anni precedenti, è aumentato del 50 per cento. Tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni il tasso di suicidi è cresciuto del 48 per cento. Per le ragazze tra i 10 e i 14 anni, l’aumento è stato del 131 per cento. Il problema non riguarda solo gli Stati Uniti: nello stesso periodo un andamento simile è emerso in Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, nei paesi nordici e altrove. In base a vari parametri e in diversi paesi, la generazione Z (i nati a partire dal 1996) soffre di ansia, depressione, autolesionismo e disturbi correlati più di qualsiasi altra generazione per la quale abbiamo dati a disposizione.
Il declino della salute mentale è solo uno dei tanti segnali che qualcosa è andato storto. La solitudine e la mancanza di amicizie tra gli adolescenti statunitensi hanno cominciato ad aumentare intorno al 2012. Da quell'anno anche i risultati scolastici sono peggiorati. Secondo il sistema di valutazione nazionale (Naep), negli Stati Uniti hanno cominciato a declinare i risultati nella capacità di lettura e di calcolo, invertendo decenni di crescita lenta ma costante. Il Pisa, il principale indicatore internazionale delle competenze scolastiche, mostra che, sempre a partire dai primi anni 10, si è registrato in tutto il mondo un declino in matematica, letture e scienze.

Internet in tasca
I problemi della generazione Z continuano anche dopo i vent'anni. I giovani adulti si frequentano meno, fanno meno sesso e mostrano meno interesse ad avere figli rispetto alle generazioni precedenti. E' più probabile che vivano con i genitori. Difficilmente hanno lavorato già da adolescenti e i datori di lavoro sostengono che è più difficile trattare con loro. Molte di queste tendenze sono cominciate con le generazioni precedenti, ma la maggior parte ha subito un'accelerazione con la generazione Z.
Dai sondaggi emerge che chi appartiene a questa generazione è più timido e meno propenso al rischio, quindi meno ambizioso. In un'intervista del maggio 2023, il cofondatore della OpenAi, Sam Altman, e il cofondatore del servizio di pagamenti digitali Stripe, Patrick Collison, hanno osservato che per la prima volta dagli anni 70 nessuno dei principali imprenditori della Silicon Valley ha meno di trent'anni. "Qualcosa è andato storto", ha detto Altman. In un settore notoriamente dominato dai giovani, era sconcertato dall'improvvisa mancanza di ventenni tra i grandi innovatori.
Le generazioni non sono monolitiche, ovviamente. Molti giovani se la stanno cavando benissimo. Ma nel complesso la generazione Z ha problemi di salute mentale ed è in ritardo rispetto alle precedenti in base a molti parametri importanti. E se una generazione non sta bene - se è più ansiosa e depressa e crea famiglie, carriere e aziende importanti a un ritmo sostanzialmente inferiore alle precedenti - le conseguenze sociologiche ed economiche saranno profonde per l'intera società.
Cosa è successo all'inizio degli anni 10 che ha alterato lo sviluppo degli adolescenti è peggiorato la loro salute mentale? Le teorie abbondano ma, dato che tendenze simili si riscontrano in molti paesi in tutto il mondo, il caso degli Stati Uniti racconta solo una parte della storia. Penso che la risposta sia semplice, anche se la psicologia di fondo è complessa: sono stati gli anni in cui gli adolescenti dei paesi ricchi hanno sostituito i loro telefoni cellulari con gli smartphone e trasferito gran parte della loro vita sociale online, in particolare su piattaforme social progettate per creare viralità e dipendenza. Una volta
che i giovani hanno cominciato a portarsi internet in tasca, disponibile giorno e notte, le loro esperienze quotidiane e i percorsi di sviluppo sono stati alterati a tutti i livelli. L'amicizia, gli appuntamenti, la sessualità, l'esercizio fisico, il sonno, gli studi, la politica, le dinamiche familiari, l'identità: tutto ne ha risentito. La vita è cambiata rapidamente anche per i bambini più piccoli, quando hanno cominciato ad avere accesso agli smartphone dei genitori e, in seguito, hanno avuto a disposizione i propri tablet, computer portatili e perfino smartphone già dalle elementari.
Come psicologo sociale sono coinvolto da anni in dibattiti sugli effetti della tecnologia digitale. In genere, le questioni scientifiche sono state inquadrate in modo piuttosto restrittivo, per renderle più facili da affrontare con i dati. Per esempio: gli adolescenti che usano di più i social network soffrono di livelli di depressione più alti? Usare lo smartphone prima di andare a dormire interferisce con il sonno? Di solito la risposta a queste domande è sì, anche se le dimensioni del rapporto tra le due cose sono spesso statisticamente minime, il che ha portato alcuni ricercatori a concludere che le nuove tecnologie non sono responsabili dell'enorme aumento delle malattie mentali cominciato nei primi anni 10.
Ma prima di poter valutare le prove di qualsiasi danno potenziale, dobbiamo fare un passo indietro e porci una domanda più ampia: cosa sono l'infanzia e l'adolescenza e come sono cambiate da quando ci sono gli smartphone? Sì adottiamo un punto di vista più generale su cos'è l'infanzia e cosa devono fare i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti per diventare adulti preparati, il quadro diventa molto più chiaro. Si scopre che una vita basata sugli smartphone altera o disturba molti processi di sviluppo.

Senza libertà
L'intrusione degli smartphone e dei social network non è l'unico fattore ad aver modificato la vita infantile. C'è un retroscena importante, che comincia già negli anni 80, quando abbiamo cominciato a privare sistematicamente i bambini e gli adolescenti della libertà, del gioco senza supervisione, delle responsabilità e delle possibilità di correre rischi, che favoriscono la competenza, la maturità e la salute mentale. Ma il cambiamento ha subito un'accelerazione all'inizio degli anni 10, quando una generazione già privata dell'indipendenza è stata attirata in un nuovo universo virtuale che ai genitori sembrava sicuro ma che in realtà, per molti aspetti, è più pericoloso del mondo materiale.
La mia tesi è questa: la nuova infanzia incentrata basata sull'uso del telefono, che ha preso forma circa 12 anni fa, sta facendo ammalare i giovani e bloccando il loro sviluppo verso l'età adulta. Serve una drastica correzione culturale, subito.
Il cervello umano è straordinariamente grande rispetto a quello degli altri primati, e l'infanzia umana e straordinariamente lunga proprio per dare a questo grande cervello il tempo di integrarsi in una particolare cultura. All'età di circa sei anni, il cervello di un bambino ha già raggiunto il 90% delle sue dimensioni da adulto. I 10 o 15 anni successivi servono per imparare le norme sociali e padroneggiare le abilità fisiche, analitiche, creative e sociali. Mentre i bambini e gli adolescenti vanno in cerca di esperienze e sperimentano un'ampia varietà di comportamenti, le sinapsi e neuroni usati più di frequente restano vitali mentre quelli usati meno scompaiono. I neuroni che si attivano insieme si legano insieme, recita una formula dei neuropsicologi.
A volte si dice che per svilupparsi il cervello sia "in attesa di esperienze", perché alcune sue parti specifiche mostrano una maggiore plasticità durante i periodi della vita in cui può "aspettarsi" di avere determinate esperienze. Lo vediamo nei piccoli di oca, che scambiano per la madre qualunque cosa di dimensioni simili si muova nelle loro vicinanze subito dopo la schiusa. Lo si può vedere nei bambini, che sono in grado di imparare rapidamente una lingua e di prendere l'accento del posto, ma solo durante la prima pubertà, dopo diventa più difficile.
L'infanzia umana è un lungo apprendistato culturale con compiti diversi in età diverse fino alla pubertà. Se la vediamo in questo modo, possiamo individuare i fattori che promuovono o impediscono il giusto tipo di apprendimento a ciascuna età. Per i bambini di tutte le età, uno dei più potenti fattori di apprendimento è la forte motivazione a giocare. Il gioco è il lavoro dell'infanzia, e tutti i giovani mammiferi hanno lo stesso compito: allenare il cervello giocando spesso e con vigore, praticando i movimenti e le abilità di cui avranno bisogno da adulti.