ABF: Arbitro Bancario Finanziario
L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF)
è un organismo creato per risolvere le liti tra cliente da un lato e banca o
finanziaria dall’altro, su servizi e prodotti bancari e finanziari e di
pagamento (rientra tra i sistemi di risoluzione stragiudiziale delle
controversie – alternative dispute resolution, ADR). L’ABF decide chi ha
ragione e chi ha torto solo sulla base della documentazione presentata dalle
parti, applicando il diritto. E’ autonomo e indipendente dalla Banca d’Italia,
è articolato in 7 Collegi territoriali, formati da professionisti esperti e
composti in modo da assicurare un’effettiva rappresentanza dei soggetti
portatori dei diversi interessi e può essere attivato solo dopo avere
presentato reclamo alla banca o finanziaria. Le pronunce dell’ABF non sono
vincolanti per le parti come quelle del giudice ordinario. Se le banche o le
finanziarie non le rispettano, la notizia dell’inadempimento è pubblicata sul
loro sito internet e su quello dell’Arbitro. I clienti che si sono rivolti
all’Arbitro come pure le banche o le finanziarie interessate possono ricorrere
al giudice se non sono soddisfatti della decisione dell’Arbitro (https://www.arbitrobancariofinanziario.it/?dotcache=refresh).
La Relazione sull’attività svolta nel 2023 dall’Arbitro Bancario Finanziario
(ABF), sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie tra clienti e
intermediari bancari e finanziari, offre dati interessanti sui rapporti tra
cittadini, banche e finanziarie. Nel 2023 l’andamento del contenzioso ha
risentito dell’evoluzione degli orientamenti della giurisprudenza, soprattutto
in materia di estinzione dei finanziamenti contro cessione del quinto dello
stipendio (CQS) e di buoni fruttiferi postali (BFP). In particolare, su oltre
15.800 ricorsi presentati (il 2% in più rispetto al 2022), sono aumentati
quelli sulla CQS, la cui quota è tornata a rappresentare una parte
significativa del totale, mentre sono risultati in netto calo quelli sui BFP. I
ricorsi in materia di servizi e strumenti di pagamento sono leggermente
diminuiti, pur continuando a costituire una quota rilevante del contenzioso.
Per quanto riguarda le decisioni dei Collegi, lo scorso anno sono state oltre
15.000 e nel 48% dei casi l’esito è stato favorevole ai clienti con
l’accoglimento totale o parziale delle richieste (era il 34% nel 2022;
l’aumento di questo dato rispetto all’anno precedente è riconducibile
prevalentemente al contenzioso relativo alla CQS). Per il 14% dei ricorsi è
intervenuta la cessazione della materia del contendere a seguito dell’accordo
intervenuto tra le parti; nei restanti casi il Collegio ha respinto le istanze
in quanto ritenute infondate. Quanto ai rimborsi alla clientela e al tasso di
adesione degli intermediari, nel 2023 sono stati riconosciuti alla clientela
17,3 milioni di euro di cui 12,3 già restituiti (nel 2022 erano stati
rispettivamente 19,6 e 17,3 milioni). Il tasso di adesione degli intermediari
alle decisioni dell’ABF resta elevato (74%, 81 nel 2022). Sulla sua diminuzione
ha inciso l’aumento degli inadempimenti degli intermediari alle decisioni
riguardanti la CQS. Gli inadempimenti in materia di BFP sono stati invece più
contenuti rispetto all’anno precedente. Al netto di queste materie il tasso di adempimento
è stato del 94 per cento (90 nel 2022).
In merito, invece alla durata della procedura, la Relazione certifica che nel
2023 si è ulteriormente ridotta la durata media della procedura, arrivata a 118
giorni. Il dato è ampiamente al di sotto dei 180 giorni previsti dalla
normativa, termine entro il quale si è concluso il 96% dei procedimenti. Le
regioni del Centro e del Sud Italia continuano a essere caratterizzate da un
numero di controversie in rapporto agli abitanti più elevato rispetto a quelle
del Nord. La crescita maggiore di ricorsi per milione di abitanti si è
registrata in Calabria e in Sicilia. Le prime tre regioni per densità di
ricorsi per abitante sono risultate nell’ordine: Calabria, Lazio e Sardegna.
Questi risultati sono coerenti con la maggiore litigiosità delle regioni del
Mezzogiorno, risultante dalle evidenze relative ai procedimenti davanti
l’Autorità giudiziaria. I ricorsi presentati da soggetti residenti all’estero
(79) sono aumentati del 30%. I Collegi di Milano e Roma continuano a essere i
poli sui quali si concentra il maggior numero di controversie, con una quota
pari rispettivamente al 22,3 e al 20,45 per cento del totale a livello
nazionale.
Diversamente dalla composizione per genere della popolazione italiana, che
risulta sostanzialmente equilibrata a livello nazionale e regionale, i dati sui
ricorsi all’ABF riferiti a questa tipologia mostrano una prevalenza del genere
maschile. Infatti, nel 2023 solo il 38% delle istanze è stato presentato da
donne; la quota è rimasta in linea con quella del 2022 (39%). La percentuale
delle consumatrici ricorrenti è molto più bassa nelle regioni del Sud. Con
riferimento all’oggetto del contenzioso, i ricorsi in materia di CQS e di
credito ai consumatori sono stati presentati per circa due terzi da uomini, un
dato che riflette la composizione per genere dei soggetti titolari di questi
finanziamenti. Il contenzioso su strumenti e servizi di pagamento è stato
proposto nel 55% dei casi da uomini, mentre i ricorsi in tema di BFP sono stati
avanzati in poco più della metà dei casi da donne. Infine, il contenzioso sugli
utilizzi fraudolenti è stato proposto per il 53 per cento da uomini.
La Relazione pone particolare accento sulla collaborazione con l’Istituto per
la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), in vista della prossima istituzione
dell’Arbitro Assicurativo, e con l’Arbitro per le Controversie Finanziarie
(ACF) operante presso la Consob, con il quale sono state organizzate ulteriori
occasioni di confronto (il forum tra ABF e ACF) al fine di prevenire conflitti
interpretativi o incertezze nella delimitazione delle rispettive competenze.
Giovanni Caprio (da “Pressenza” del
16 giugno 2024)