L’ignoranza è sovrana
Ascoltandoli, sorge
spontanea la domanda: ma dove hanno studiato? Ci riferiamo alle parole del
senatore leghista Claudio Borghi e della presidente del consiglio dei ministri
Giorgia Meloni in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno.
L’esponente del Carroccio ha criticato il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scrivendo: “È la Festa della
Repubblica Italiana e si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il
Presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece
dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non
avrebbe più senso”.
Al senatore Borghi bisognerebbe spiegare che la
Repubblica si è dotata di una Costituzione, nella quale ci sono vari articoli
relativi alla questione della sovranità.
Anzitutto “la sovranità appartiene al popolo”
(art. 1) e non alla nazione, “che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione”. Inoltre “l’Italia (…) consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” (art. 11). Pertanto,
“l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute” (art. 10). Non solo: nell’articolo 97
(relativo alla pubblica amministrazione) e nell’art. 119 (relativo
all’autonomia degli enti locali) si fa riferimento alla “coerenza” e al
“rispetto” dell’ordinamento dell’Unione europea.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è
intervenuta in modo meno diretto, dicendo: “La festa del 2 giugno ci ricorda
anche la prima idea di Europa, che era una idea di Europa che immaginava che la
sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la forza e la specificità
degli Stati nazionali. Forse dovremmo tornare quell’embrione di idea europea e
di sogno europeo”.
Peccato che nel manifesto di Ventotene,
universalmente riconosciuto come la prima pietra per la costruzione
dell’Europa, ci sia scritto: “Il problema che in primo luogo va risolto e
fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva
abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani”.
In realtà, il sogno dei confinati a Ventotene
andava oltre non solo gli stati nazionali ma persino l’unione europea: “E
quando, superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbraccino in una
visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur
riconoscere che la Federazione Europea è l’unica concepibile garanzia che i
rapporti con i popoli asiatici e americani si possano svolgere su una base di
pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi
possibile l’unità politica dell’intero globo”.
Come scriveva Johann Wolfgang Goethe: “Non c’è
niente di più terribile di un’ignoranza in azione”.