Ninove, cuore nero d’Europa
Ninove è una località belga di
40mila abitanti nella provincia neerlandofona delle Fiandre Orientali, vicino
al confine francofono con la Vallonia. Si trova a 30 minuti da Bruxelles, una
posizione appetibile per tante persone che non riescono a permettersi una casa
nella capitale. Per molto tempo è passata inosservata, fino a quando nel 2018
una lista di estrema destra, Forza Ninove, ha vinto le elezioni comunali con il
40% dei voti. Una coalizione molto ampia è riuscita però a impedire che il suo
leader, Guy D’haeseleer, diventasse sindaco.
Non è la prima volta che forze politiche molto diverse si alleano in chiave
antiestremista. È il cordone sanitario, che in Belgio ha iniziato a prendere
forma già nel 1989 per escludere da qualsiasi carica gli esponenti del Blocco
Fiammingo (Vlaams Blok), gli indipendentisti di estrema destra. Nel 2004, dopo
la condanna di tre organizzazioni legate al partito per incitamento alla
discriminazione, il Vlaams Blok decise di sciogliersi per dare vita a Interesse
Fiammingo (Vlaams Belang), che oggi si contende il primato nelle Fiandre con la
Nuova Alleanza Fiamminga, anche loro nazionalisti di destra con posizioni più
moderate. Il 9 giugno, il Vlaams Belang ha consolidato la crescita degli ultimi
anni grazie al 22,7% ottenuto alle elezioni regionali e al 13,8% delle
federali, dove è arrivato secondo. Forza Ninove è la sua espressione locale di
più grande successo.
«Non ho bisogno del cordone per concludere che non voglio lavorare con chi
giudica le persone dal colore della pelle», dice Tania De Jonge, sindaca di
Ninove ed esponente dei Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (Open Vld), il
partito del premier uscente De Croo. Il governo locale si è formato con
l’appoggio di liberali, socialisti, verdi e autonomisti, rendendo gli equilibri
della coalizione molto precari. Gli elettori di Forza Ninove hanno considerato
l’esclusione di D’haeseleer «antidemocratica» ma sono in molti a credere che
alle amministrative del 13 ottobre possa ottenere quei 650 voti in più che gli
basterebbero per governare in solitario. Sarebbe la prima volta per l’estrema
destra.
LA CASA FIAMMINGA A Ninove, il prezzo medio di una casa è di 271.500 euro,
molto meno del comune più economico della regione di Bruxelles, Anderlecht,
dove si arriva a 350.000. Il costo della vita e la posizione strategica hanno
portato negli ultimi 20 anni a un aumento dell’afflusso di persone straniere,
creando secondo alcuni uno scontro generazionale. Il parroco Alexander Vandaele
parla di “povertà di contatti”: «I vecchi abitanti vedono che la loro città è
diventata interessante ma non vogliono stranieri e non parlano più con i loro
vicini perché non li conoscono. C’è molta solitudine», pensa.
Oggi il 7,5% è extracomunitario e il 23,3% sono stranieri comunitari, dati in
linea con altre località della zona ma D’haeseleer crede che il fenomeno stia
danneggiando «l’identità fiamminga». Per preservarla propone misure radicali,
come l’utilizzo esclusivo del neerlandese nella pubblica amministrazione e
l’esclusione dai sussidi di chi non parla la lingua. «Faremo una campagna dove
diremo che chi vuole parlare francese può andare in Vallonia», sostiene.
Il nome di Forza Ninove si ispira a Forza Italia, il partito fondato da Silvio
Berlusconi, capace secondo D’haeseleer di riunire la destra italiana come lui
vuole fare con i nazionalisti fiamminghi. I simpatizzanti del partito si
incontrano ogni giorno alla Vlaams Huis (Casa Fiamminga), un bar che ospita al
primo piano la segreteria. È stato aperto nel 2020 in una zona un tempo
bastione del socialismo, che ha perso il suo punto d’incontro. «Abbiamo preso i
loro voti e i loro simboli. Hanno chiuso il loro bar perché non avevano più
successo, noi l’abbiamo aperto perché continuiamo a crescere», dice il leader.
De Jonge lo definisce «il secondo municipio»: il sabato, dalle 11 alle 13,
D’haeseleer riceve nel suo ufficio gli elettori, che gli sottopongono problemi
di ogni tipo, dalle tasse alla condizione delle strade. Spesso si siede anche
al tavolo per condividere un boccale della birra Ninoofse Leeuw in un bicchiere
che ritrae il suo volto stilizzato. Tra gli assidui frequentatori c’è Dirk, un
muratore di 56 anni: «Parliamo molto dei nostri problemi. Da 20 anni Forza
Ninove è il primo partito, ma gli altri lo escludono. Alle prossime elezioni
potranno governare da soli», afferma.
Manifesti elettorali nella Vlaams Huis (Casa fiamminga) di Ninove foto di
Alessandro Leone
STRATEGIA DI COMUNICAZIONE Forza Ninove ha chiesto agli elettori di partecipare
a un sondaggio che partendo dalla frase «sono già stato vittima di» invitava a
scegliere da una lista che comprendeva diverse opzioni, come furto,
aggressione, intimidazione. Dai risultati, secondo D’haeseleer, sarebbe emerso
un aumento della criminalità ma i dati della polizia dicono il contrario. La
sensazione di insicurezza emerge molto dai social del partito: «Creano la loro
storia da qualcosa di negativo», dice De Jonge, che si riferisce al video di
una rissa tra ragazzi di una scuola. «Hanno detto che qui ci sono continuamente
risse, ma non è così. Quando un ragazzo bianco fa qualcosa di sbagliato non
vedi niente sulla loro pagina. Forse perché potrebbe essere un loro elettore».
D’haeseleer è tornato sulla questione della sicurezza a marzo dopo l’arresto di
quattro persone, di cui una a Ninove, accusate di voler compiere un attentato.
Forza Ninove individua infatti nell’islamizzazione l’altra grande minaccia
della città, anche se solo il 5% della popolazione è musulmana. Di questo clima
ne hanno risentito i promotori della moschea, dove durante la costruzione è
stata lasciata sul davanzale una testa di maiale insanguinata.
Molti abitanti sono stanchi di essere considerati «oggetti da museo», dice
Vandaele, che rivendica la complessità di un territorio raccontato senza
sfumature: «I razzisti esistono ma non penso che a Ninove ce ne siano di più».
Per la sindaca c’è «una maggioranza silenziosa» che preferisce concentrarsi su
iniziative positive, come la consulta giovanile, di cui fanno parte Phaedra e
Zita, che stanno preparando una raccolta volontaria dei rifiuti. «Quando dico
che sono di Ninove c’è sempre un commento negativo. Ma qui ci sono tante
persone normali», afferma Phaedra. «La destra sta crescendo ovunque, non solo
qui», ricorda Zita.
Ninove infatti è solo il simbolo del successo del Vlaams Belang, che in realtà
coinvolge tutte le Fiandre. Anche per questo la Vlaams Huis è tappezzata di
manifesti elettorali dello stesso D’haeseleer, riconfermato come primo della
lista del Vlaams Belang al parlamento fiammingo, anche se «non ci va mai», dice
De Jonge. La sindaca invece non è stata rieletta perché ultima della lista
dell’Open Vld nelle Fiandre. «Voglio dedicarmi a Ninove», sostiene.
Per questo è nata la lista Positief Ninove, formata dall’Open Vld e dagli
indipendenti, che sottolinea l’impegno per il rilancio di un’immagine positiva
della città. Anche per Vandaele gli abitanti di Ninove dovrebbero essere più
orgogliosi del loro territorio, un punto di partenza per restituire al resto
del Belgio l’immagine della tranquilla cittadina che molti residenti rivendicano:
«Abbiamo molte opportunità. Ci sono tanti progetti. Non è troppo grande, non è
troppo piccola. C’è tutto quello di cui abbiamo bisogno», dice.