sabato 13 luglio 2024

Rischio di scisma

Affrontare questi faticosi aggiornamenti è duro e costoso per l'istituzione Chiesa: c'è rischio di scisma tra due posizioni: da un

lato, chi cerca la sicurezza della tradizione rigida e ripetuta, delle devozioni autoassicurative, del «Dio tappabuchi», delle forme garantite da strutture autoritarie, di una religione forte di se stessa, e, dall'altro lato, chi invece vuole proseguire, con progetti realistici di conversione della Chiesa, sulla strada del vangelo riscoperto nel Novecento, nel Concilio, oggi ripreso più decisamente da papa Francesco.

La guerra a papa Francesco, condotta dai difensori di quel cattolicesimo che congelò il vangelo nel proprio potere, è accanita, e userà ogni mezzo perché il sinodo non si muova nel rinnovamento evangelico conciliare. Speriamo solo nell'azione dello Spirito, che si è dimostrata presente, e non nelle dimostrazioni di forza, nello spaccio di una religione priva della sconvolgente novità evangelica. Anche Gesù incontrò, e proprio tra i Dodici, il rifiuto della via dolorosa, l'idea del successo nazionale, e dovette allontanare Pietro dicendogli che, in questo rifiuto, egli era un «satana» (Mt 16, 23).

Tonino Bello, dopo il convegno di Loreto, disse: «occorre una chiesa povera, semplice, mite, che condivide la sofferenza, debole per vocazione, disarmata, che non chiede spazi per sé, ma condivide senza chiedere nulla» (questa è la sintesi di un testo originario intero, splendido, profetico, citato da Fulvio De Giorgi, il 9 novembre, in un webinar della Rete Viandanti).

E chiudo con una citazione birichina ma buona. «Nella Chiesa cattolica non si vede alcuna giovanissima che possa prendere un

ruolo analogo a quello di Greta Tumberg, che pensi a qualcosa di dis-, come ad uno sciopero della messa domenicale finché non si

vedranno donne all'altare. A me pare che la totale assenza dei giovani dalle nostre parrocchie sia uno sciopero anche se inconsapevole: il più grande sciopero di una intera generazione nei confronti della Chiesa cattolica italiana e dei suoi continui bla bla bla» (da Selene Zorzi, Rocca 1-11-2021, p.29)


Enrico Peyretti (da “Rocca”)