Conferenza Stampa del Movimento NoTav a Susa in solidarietà con Nicoletta Dosio
Si è tenuta l’altra sera, 8 luglio, di fronte alla
Caserma dei Carabinieri di Susa la Conferenza Stampa del Movimento No Tav in solidarietà
con Nicoletta Dosio, che dal 27 maggio scorso si trova di nuovo in detenzione
domiciliare e anche recentemente (solo poche ore dopo la morte del marito
Silvano!) è stata oggetto di inaccettabile accanimento inquisitorio.
Un episodio davvero increscioso, di cui è stato
informato anche Sergio Mattarella con una lettera che Il comitato delle Mamme
in Piazza per la Libertà del Dissenso di Torino ha fatto prontamente circolare,
raccogliendo oltre 500 adesioni. Pubblichiamo qui di seguito la Comunicazione
che il Movimento NoTav ha pubblicamente letto l’altra sera di fronte alla
Caserma di Susa.
La Valle di Susa vive da tempo una situazione di
militarizzazione nell’ambito della quale la repressione del dissenso trova le
sue forme più assurde e feroci. Dai fogli di via all’utilizzo
indiscriminato del gas cs (il cui uso è vietato dalla convenzione di Ginevra),
dalle misure cautelari preventive agli obblighi di dimora e di firma per reati
che dopo anni di processi si rilevano inesistenti, dal costante divieto di
manifestare liberamente sulla maggior parte del territorio a campagne di stampa
diffamatorie e non corrispondenti alla realtà dei fatti che succedono. Questa
situazione è stata più volte denunciata non soltanto dal Movimento No Tav ma
anche da intellettuali, sociologi e politici di tutta Italia.
Nulla è cambiato e nessuna voce istituzionale si
è levata contro questi abusi. La popolazione della valle ha adeguato il proprio
agire politico su questa situazione e di certo non ha rinunciato a condurre la propria
lotta contro un progetto che porta in sé devastazione ambientale, pericoli per
la salute e terreno fertile per affari economici di imprese coinvolte in
inchieste su comprovate infiltrazioni mafiose che notoriamente si insinuano
nello spreco di denaro pubblico per opere inutili.
Di recente, però, si stanno verificando episodi
che destano ulteriore sconcerto nella popolazione della Valsusa e che superano
davvero i limiti del più comune buon senso.
In particolare, vogliamo denunciare due episodi
che hanno visto protagonisti alcuni appartenenti alla Compagnia dei Carabinieri
di Susa.
Il primo riguarda affermazioni infamanti fatte
da un rappresentante della compagnia carabinieri di Susa durante la Cerimonia
per il 210° anniversario di fondazione dell’Arma. Nel corso della S. Messa,
l’Ufficiale in questione ha espresso tutta la sua felicità per la (secondo lui)
scarsa partecipazione alla manifestazione contro le mafie che si era tenuta il
giorno precedente in Susa. Manifestazione che era stata organizzata dal
Movimento No Tav e che aveva visto la partecipazione pacifica di un migliaio di
persone. Persone additate in Chiesa da un rappresentante dell’arma dei
carabinieri come un ammasso di pericolosi antagonisti.
Riteniamo allucinante e inaccettabile che un
rappresentante delle forze dell’ordine utilizzi un pulpito per denigrare e
attaccare politicamente centinaia di persone che manifestano pacificamente
contro la malavita organizzata.
Il secondo episodio riguarda un inumano
comportamento di due carabinieri nei confronti di Nicoletta Dosio, sottoposta
agli arresti domiciliari in seguito a una vicenda di disobbedienza civile
assolutamente non violenta.
Purtroppo, Silvano suo marito è mancato dopo una
lunga malattia che insieme hanno dovuto affrontare in un ambito di restrizioni
pesanti.
A poche ore dalla morte di quello che è stato il
compagno di vita di Nicoletta per oltre quarant’anni, a casa loro si sono
presentati due carabinieri per notificarle una diffida per una presunta non
risposta alla scampanellata che gli stessi militi avevano fatto qualche giorno
prima alle due di notte. Scampanellata che per fortuna Nicoletta e Silvano non
avevano sentito perché, stanchi e prostrati dal dolore, probabilmente erano
finalmente riusciti ad assopirsi per qualche attimo.
Già quella scampanellata rappresenta la più
indegna e inumana forma di persecuzione. Ma ancora peggio l’atteggiamento
intimidatorio dei carabinieri all’atto della consegna della diffida. Silvano
era morto da un paio d’ore e il dolore di una persona e di un’intera
collettività è stato invaso senza scrupolo alcuno arrivando anche alle minacce
nei confronti di sua moglie in riferimento al divieto che nessuno poteva
entrare in quella casa per dare un ultimo saluto al caro compagno scomparso.
Questi episodi oggetto di lettere ai giornali e
al Presidente Sergio Mattarella, destano sdegno e preoccupazione per un consono
ed adeguato rapporto tra forze dell’ordine e cittadini. Nel rispetto dei propri
ruoli nessuno deve e può usare la propria divisa per fare politica e accanirsi
contro quelli che ritiene personalmente e politicamente nemici.
Le forze dell’ordine e la magistratura non
devono mai dimenticare che alla base dei loro doveri ci deve essere sempre
quell’etica di cui è pervasa ogni singola parola della nostra costituzione.
La politica non può chiamarsi fuori da queste
dinamiche e deve intervenire con immediatezza. Se così non avvenisse, sempre di
più prenderebbe forma la certezza che la svolta autoritaria non sia un rischio
ma ormai una realtà consolidata.