venerdì 18 ottobre 2024

Deserto in mare


Il ministro Piantedosi ha dichiarato nei giorni scorsi che “per i centri in Albania si parte la settimana prossima”. Di tutte le questioni connesse alla deportazione in terra albanese dei migranti soccorsi nel Mediterraneo (grande onere economico, gare misteriose e molto speditive, complicate questioni di territorialità), resta seriamente aperto l’aspetto meno dibattuto: quello, cioè, della logistica delle operazioni in alto mare.

Si prevede di mantenere una nave “nelle acque del Mediterraneo centrale a circa 15/20 miglia nautiche a SUD-SUD/OVEST dall’isola di Lampedusa” (questo contemplavano le specifiche tecniche dell’indagine di mercato pubblicata dal ministero dell’Interno), cioè in navigazione continua nel ristretto spazio compreso fra il confine delle acque territoriali e quello dell’area SAR italiane, per periodi successivi di 5/6 giorni ciascuno, comprensivi della navigazione fino al porto albanese di Shengijn (1060 miglia nautiche, una traversata di oltre due giorni fra andata e ritorno, più il tempo necessario alle inevitabili soste operative) per tre o quattro viaggi al mese. Importo previsto: 13,5 milioni più Iva.

Nelle aspettative del ministero, la nave – dotata di 50 cabine – dovrebbe portare circa 300 passeggeri (200 migranti più 100 operatori) con locali adibiti a infermeria, camera di sicurezza, eventuale quarantena, ufficio per screening dei migranti, magazzino, lavanderia, adeguati servizi igienici e di pulizia.

Durante i due/tre giorni di pattugliamento a sud di Lampedusa, l’unità accoglierebbe a bordo i naufraghi soccorsi in mare dalle motovedette, fino al numero limite delle 200 persone da trasportare in Albania, ultimate le opportune selezioni (non si sa cosa accadrà in mare durante l’assenza della nave in viaggio verso Shengijn).

Un aspetto delicato di ordine pubblico e di sicurezza riguarda la manovra di trasbordo di persone in alto mare, lo spostamento dei migranti su una nave che li porterà verso la prigione albanese e infine la cernita fra i naufraghi a bordo. Non ci saranno testimoni.

Sotto il profilo marittimo e logistico, la specifica ministeriale sembra scritta molto frettolosamente e – in assenza di pubblicazione di atti di avvio o di esito di gara – è da ritenere che l’indagine di mercato sia andata deserta e che nessun armatore si sia imbarcato nell’impresa di 15 mila miglia nautiche da coprire nei tre mesi dal 15 settembre al 15 dicembre.

Visto che l’Albania apre dunque i cancelli fra una settimana, è lecito chiedersi quale nave non commerciale, dotata dei requisiti contemplati nella specifica tecnica, potrà assolvere al compito del trasporto. Non certo le unità della Guardia costiera, le più grandi delle quali, lunghe un centinaio di metri, non sono certo disegnate per ospitare a lungo 300 persone, e mancano sicuramente dei locali e dei servizi richiesti. Potrebbe, allora, venire in soccorso del Viminale la Marina Militare, dislocando una nave da guerra a servizio fisso di trasporto: una soluzione altrettanto dispendiosa e quanto meno impropria.

Si naviga soprattutto nell’insipienza e, a proposito di gare rimaste senza esito, andò deserta anche quella destinata al “trasporto marittimo di persone migranti” da Lampedusa ai centri di trattenimento di Porto Empedocle e di Pozzallo (importo 13,2 milioni, scadenza il 30 maggio scorso). L’Albania risolve poco, visto che donne, minori, infermi e meritevoli del diritto d’asilo continueranno ad essere sbarcati a Lampedusa.

Per parlar d’altro, molto preoccupante è poi l’assenza di partecipanti al concorso sui servizi antinquinamento del mare fin qui affidati alla Castalia, il cui termine è scaduto lo scorso 2 ottobre. Salvo soluzioni dell’ultim’ora – ben difficili per un contratto che pesa 60 milioni – dal primo gennaio il mare, le coste e i porti italiani non disporranno più di un servizio di vigilanza e intervento contro gli inquinamenti da idrocarburi.

Dopo le gare deserte dei ministeri degli Interni e delle Infrastrutture, quest’ultima è da imputare al demerito del ministero dell’Ambiente.

Vittorio Alessandro - Pressenza, 14 ottobre 2024