venerdì 18 ottobre 2024

 Gesù conduce a Dio e ai poveri 

 

Gesù non è Dio e Dio non è Gesù

“L'ebreo Gesù è una realtà concreta tanto in questo vangelo quanto nei sinottici. Nel quarto vangelo, come in altri passi sinottici e nel libro degli Atti, si descrive Gesù che prende talora le distanze da certi elementi del popolo ebraico dicendo «voi» oppure parlando della «loro Legge» (8,17; 10,34; 15,25). Gesù discute con foga appassionata con gli osservanti della Legge a lui ostili. Egli cerca in ogni modo di evitare una morte violenta prematura perché la sua mortalità dovrà essere dimostrata solo quando sarà «la sua ora» (13,1; 19,27), un'ora che prima «non era ancora giunta» (2,4; 7,30; 8,20). Nel nostro vangelo, Gesù non è una pura marionetta, ma quello che fa lo fa secondo il piano del Padre. Egli è, lo si deve dire, totalmente responsabile del proprio destino (vedi 10,18) come testimoniano lo sgomento sovrannaturale che sopraffà i soldati appena lo vedono nel giardino del Getsemani (18,6) e l'autorità con cui egli conduce il dialogo con Pilato (18,33-38). In Giov. 18 chi è sotto processo è Pilato, non Gesù. Questi adempie il piano del Padre, ma lo fa con sovrana libertà.

L'evangelista ha preso le tradizioni che ha ricevuto leggendole, per così dire, dalla parte di Dio. Se volete, chiamate pure questa lettura la teologizzazione di un dramma umano. Questo vangelo narra non come un uomo, letteralmente ebbro della realtà divina, parla e agisce. In Giovanni le due realtà, l'umana e la divina, sono realtà distinte: Gesù non è Dio e Dio non è Gesù. Certamente Gesù è Parola di Dio; ma ciò, stando a quanto dice il vangelo, non lo fa dialogare dentro di sé con Dio né gli fa confondere ciò che in lui è uomo e ciò che è Dio. Gesù è un essere umano totalmente integrato. Egli ha, in maniera eccezionale e unica, una viva consapevolezza di Dio quale Padre suo e per quel fatto egli è «il Figlio». Risalendo alle origini di Gesù in Dio, quale sua Parola, le riflessioni successive della chiesa sul mistero di questa intimità avrebbero prodotto il dogma che Gesù «è vero Dio da vero Dio». Tuttavia, in Giovanni non si trova da nessuna parte quest'idea formulata con la chiarezza del Credo niceno-costantinopolitano”.

Gerard Sloyan, “Giovanni”, Claudiana Editrice, pag. 43.

 

CANTO DI BENEDIZIONE

Sii benedetta , sorella mia,

sii benedetta nel tuo cammino...

Va’ dunque tranquilla, sorella mia,

lascia che il coraggio sia il tuo canto.

Tu hai parole da dire,

a modo tuo,

e stelle per illuminare la tua notte.

E se ti senti stanca

e il canto del tuo cuore non ha ritornello,

ricorda che ti staremo aspettando

per risollevarti.

E noi ti benediremo, sorella nostra...”.

 dal Blessing Song di Marsie Silvestro

(continua)